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Tutto è iniziato intorno alla mezzanotte tra il 6 e 7 settembre. Alì Jamat, 31 anni, rider pakistano, veniva travolto da un’auto in via del Santo a Limena, nella cintura padovana, mentre rientrava da un’ultima consegna. Immediatamente ricoverato, il giovane è purtroppo morto dopo alcuni giorni di agonia proprio mentre, in Pakistan, nasceva il suo secondo figlio.
Una tragedia che ha scosso non solo i suoi colleghi e la comunità pakistana a Padova, ma l’intera città che si era espressa attraverso le parole di cordoglio del Sindaco Giordani. Ma l’incidente è stata anche la scintilla che ha portato i rider a ribellarsi alle inumane condizioni di lavoro che spesso devono sopportare, portandoli a proclamare uno sciopero che nelle loro intenzioni sarebbe proseguito fino a quando non fossero state accolte le loro richieste. E così è stato.
Sabato si sono autoconvocati in Piazza Mazzini e hanno contattato Mirko Romanato, segretario generale del Nidil Cgil Padova che già conoscevano attraverso una campagna di volantinaggi nei luoghi di riunione dei rider che il sindacato dei precari organizza da circa due anni. Nel corso della domenica, con il supporto del Nidil Cgil, sono stati eletti dei rappresentanti e definite le rivendicazioni.
Il giorno dopo, lunedì 30 settembre, è stato il giorno decisivo. “Questi lavoratori – dice Mirko Romanato – hanno dimostrato che se c’è unità e determinazione anche un colosso come Glovo deve scendere dal suo piedistallo e trattare. Perché quello che è avvenuto è che i rider, oltre un centinaio che lavorano per la piattaforma a Padova, l’hanno letteralmente bloccata, semplicemente rifiutandosi di fare le consegne se Glovo non fosse scesa a patti. Ed è esattamente quello che è successo: ieri mattina, Glovo mi ha contattato e hanno fatto sapere che dei loro dirigenti erano partiti da Milano per venire a trattare. E così, dopo l’ora di pranzo, io con alcuni lavoratori eletti in rappresentanza di tutti i rider coinvolti nella protesta, abbiamo iniziato la trattativa”.
“Una trattativa per niente semplice – prosegue Mirko Romanato – che all’inizio stava già per naufragare viste le proposte irricevibili messe sul tavolo dai dirigenti di Glovo. Credo che sia stato a quel punto che Glovo si sia resa conto che i lavoratori erano assolutamente determinati a proseguire con lo sciopero anche per una settimana di fila se non avessero ottenuto dei risultati significativi. Ci hanno richiamato e siamo tornati al tavolo”.
“Al termine del pomeriggio – spiega il segretario generale del Nidil Cgil Padova – abbiamo finalmente raggiunto un’intesa suggellata da una firma: le richieste dei lavoratori sono state quasi tutte accettate e lo sciopero, alle 19.00, è stato interrotto e tutti hanno ripreso il lavoro. In primis, abbiamo ottenuto l’aumento della paga base per ogni singolo ordine: da 3 a 3,3 euro lordi, più maggiorazioni e un rimborso chilometrico di 37 centesimi per tragitti brevi e di 60 centesimi sopra i 6 chilometri. Poi, è stato raggiunto un accordo riguardo alla questione delle attese nei locali per le consegne. Molto spesso, accade che i rider devono attendere 20/30 minuti che per loro è un’eternità. Su questo Glovo si è impegnata a fare pressione sui locali (i tempi di attesa non dovranno superare i 9 minuti) e a prevedere un loro monitoraggio, tramite anche le segnalazioni degli stessi lavoratori”.
“Poi – ha detto il segretario Nidil – è stato finalmente introdotta, o meglio, resa operativa, l’indennità in caso di pioggia, un bonus fino a ora esistente che si basa sulle previsioni meteo che di fatto non trovava applicazione. Ora, dopo un aggiornamento tecnico della piattaforma informatica sarà realmente operativo. Insomma i lavoratori alla fine sono stati soddisfatti e una volta che davanti ai loro occhi sono stati aggiornati i nuovi valori sulla piattaforma, hanno ripreso a lavorare”.
“Si è trattato – conclude Mirko Romanato – indubbiamente di una vittoria frutto dell’unità e determinazione dei lavoratori. E il risultato raggiunto ha una rilevanza nazionale: i rider hanno dimostrato che se sono uniti, disposti a combattere per i loro diritti e a dimostrarsi compatti nelle loro richieste, non c’è piattaforma che tenga. Una lezione che sarà bene tenere a mente e che costituisce un precedente significativo nella strada dei diritti e delle tutele per questi lavoratori, non solo a Padova ma nell’intero territorio nazionale. Ma soprattutto quanto successo è solo un inizio. La lotta per il miglioramento delle condizioni di questi lavoratori è ancora lunga e la nostra intenzione è di stare al loro fianco per percorrerla tutta”.