Forse ce l’aspettavamo, ma un po’ ci avevamo creduto. Che questo governo potesse approvare una norma che impone lo stop ai rider in caso di situazione climatiche avverse, pioggia battente, neve, caldo estremo, prevedendo un fondo per riconoscere un’indennità ai lavoratori costretti a rimanere fermi.

L’emendamento alla Manovra ribattezzato “legge Griseri”, dallo scomparso vicedirettore della Stampa, presentato dalla deputata Pd Chiara Gribaudo, nella lunga notte delle contrattazioni è stato affossato dalla maggioranza. Con buona pace delle migliaia di ciclofattorini che anche in caso di allerta meteo continuano a portare a casa dei clienti pizza, hamburger e sushi.

“Era il tentativo di dare un segnale in una certa direzione – commenta Roberta Turi, segretaria nazionale Nidil Cgil –. La norma avrebbe previsto per i dipendenti e gli autonomi l’istituzione di un fondo dedicato presso l’Inps per l’erogazione di un’indennità, una sorta di cassa integrazione anche per coloro che sono inquadrati come autonomi, partite Iva e Co.co.co che versano contributi, ben sapendo che una parte di lavoratori, tra cui gli occasionali, sarebbe rimasta esclusa”.

Era un’occasione, quindi, di fornire un minimo di copertura a questi lavoratori che non hanno tutele se restano a casa anche per cali di attività o addirittura per cessazione. È anche vero che riguardo a quest’ultima eventualità i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil dei settori terziario, logistica e lavoro autonomo, dopo un lungo negoziato al Ministero, hanno raggiunto un accordo storico per i rider di Uber Eats rimasti a piedi quando la piattaforma di food delivery ha chiuso in Italia a luglio 2023. 

Un incentivo economico variabile tra 1.000 e 11.500 euro, determinato sulla base alla media delle consegne effettuate e dei ricavi mensili e un servizio di ricollocamento professionale, che offrirà formazione e assistenza nella ricerca di nuove opportunità.

“L’emendamento era dettato dal buon senso, e non prevedeva chissà quale stanziamento, 5 milioni di euro, un piccolo sforzo – aggiunge Turi –. Ma si è scelto di non farlo. Non siamo contenti perché il Governo Meloni in questo settore non ha fatto assolutamente nulla, anzi ha peggiorato le condizioni di chi è precario, da ultimo con il collegato Lavoro. Quello che auspichiamo è che la direttiva rider di recente approvazione venga recepita rapidamente in Italia integrandone i principi fondanti”.

È probabile a questo punto che l'emendamento diventi una proposta di legge, ma i tempi e l’iter diventeranno davvero lunghi.