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"Il governo ha comunicato che non ha assunto ancora alcuna decisione sul tema della ripresa delle attività produttive". Lo scrivono Cgil, Cisl e Uil in una nota diffusa dopo l'incontro con il governo in videoconferenza. "Il confronto continuerà domani (23 aprile, ndr) con i ministri Patuanelli, Catalfo e Speranza per discutere dei temi della sicurezza nella prospettiva della ripartenza. Il premier Conte - sottolineano i sindacati - ha prospettato l'ipotesi di avviare, a partire dal prossimo 4 maggio, la ripresa delle attività in alcuni settori del manifatturiero, delle costruzioni e dei servizi".
Le tre confederazioni ribadiscono che il Protocollo dello scorso 14 marzo "deve restare punto di riferimento imprescindibile per garantire la sicurezza dei lavoratori coinvolti, quale condizione necessaria a riprendere la produzione e a dare un futuro al Paese". I dispositivi di sicurezza, gli strumenti di screening, le attività negli appalti, ad esempio, ad oggi, dicono, "non sono ancora sufficienti per garantire quella condizione. Così come si pone un problema di assicurare il distanziamento sociale sui mezzi di trasporto pubblico che saranno utilizzati dai lavoratori". Inoltre i sindacati hanno chiesto un confronto sui temi del sostegno all'economia e al lavoro e di "attivare un tavolo di confronto a Palazzo Chigi sul problema della scuola e della pubblica amministrazione. Cosi come va affrontato il problema della cura dei figli per i genitori che riprenderanno il lavoro".
Comunque è "impercorribile" per i sindacati l'ipotesi di riprendere immediatamente tutte le attività, come richiesto da qualcuno, già a partire dal 27 aprile. Le aziende utilizzino il tempo a disposizione, scrivono ancora i sindacati, "per organizzare il lavoro sulla base delle indicazioni contenute nel Protocollo, che può essere migliorato e ampliato, ma certamente mai ridimensionato. Per noi, come convenuto anche dallo stesso Premier, quello resta una sorta di testo sacro per riprendere ovunque, gradualmente, la produzione e il lavoro in sicurezza. Cgil, Cisl, Uil sono pronte, come sempre, a confrontarsi e fare la propria parte per tornare alla normalità secondo criteri intelligenti e di buon senso, nel rispetto della salute di lavoratori, pensionati e cittadini".