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Ha preso il via nella mattinata del 10 gennaio, nella cornice del Teatro municipale Valli a Reggio Emilia, la due giorni del XIX Congresso provinciale della Cgil. Oltre 430 delegate e delegati e numerosi ospiti istituzionali per una tappa del percorso congressuale della Cgil che si ripete ogni quattro anni e che ha visto prima lo svolgimento di oltre 1.500 Assemblee di base nei luoghi di lavoro e i Congressi di Categoria e che, passando per il Congresso regionale, culminerà con il Congresso nazionale di marzo prossimo a Rimini.
Rieletto segretario generale della Cgil di Reggio Emilia con il 96% dei voti Cristian Sesena.
Presente ai lavori della prima giornata anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini che ha concluso l’assise con un lungo e articolato intervento. Ad aprire il dibattito programmatico della prima giornata, che ha visto il susseguirsi di 13 interventi da parte dei delegati presenti, il segretario generale uscente della Cgil di Reggio Emilia, Cristian Sesena, che ha affrontato diversi temi dell’attualità politica e sindacale soffermandosi in particolare sulla precarietà del lavoro, il problematico lascito della pandemia e la guerra in Ucraina.
Sul piano locale Sesena ha offerto uno spaccato preoccupante della realtà del territorio reggiano “in cui otto rapporti di lavoro su dieci vengono instaurati con forme di assunzione precarie, nonostante le maggiori filiere produttive continuino a registrare buoni risultati economici. Nonostante i buoni risultati contrattuali di questi ultimi 4 anni, infatti, - ha evidenziato Sesena - esiste un pezzo consistente di imprenditoria che non redistribuisce la ricchezza e non investe in lavoro stabile”. Nella relazione inoltre il segretario della Camera del Lavoro ha messo l’accento anche sui problemi della legalità, dopo le recenti sentenze del processo Grimilde, mettendo in guardia dal rischio di facili processi di rimozione e invitando le Istituzioni presenti a collaborare di più.
A iniziare la sessione pomeridiana la presentazione dei risultati della ricerca “Che genere di lavoro. Trasformazioni sociali e cambiamenti del mondo del lavoro a Reggio Emilia” curata da Ires Emilia Romagna. Una ricerca che attraverso un questionario divulgato tra i mesi di aprile e luglio 2022 ha valutato le risposte di quasi 4000 partecipanti. Dall’indagine è emerso in particolare che le prime differenze di genere sul lavoro riguardano l’ambito contrattuale: se nella totalità dei rispondenti quasi l’82% ha un contratto a tempo indeterminato e il restante 18% a termine, tra le donne il livello di precarietà è maggiore, con una quota di contratti a termine pari al 22%. Oltre alla dimensione di genere influisce sulla precarietà contrattuale anche l'età: sulla totalità dei rispondenti sotto ai 35 anni ben il 40% ha un contratto a termine, quota che si dimezza già nella fascia di età successiva, compresa tra i 35 e i 44 anni (19,9%), e si riduce ulteriormente per coloro che hanno tra i 45 e i 54 anni (13,3%) e più di 55 anni (10,1%). Anche l’analisi dello straordinario accende la luce sui divari di genere: la mancata remunerazione dello straordinario risulta nettamente prevalente tra le donne rispetto agli uomini. Se infatti sono il 29% le donne che svolgono orario straordinario senza che esso venga remunerato, tra gli uomini tale quota è pari al 16%.
Al congresso hanno portato il loro saluto il sindaco, Luca Vecchi, il presidente della provincia, Giorgio Zanni, il governatore della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, la prefetta di Reggio Emilia, Iolanda Rolli, la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale, Rosamaria Papaleo e il segretario della Uil Modena e Reggio, Luigi Tollari.
L'11 gennaio la platea congressuale riprenderà i lavori con una prima parte dedicata al dibattito mentre nel pomeriggio si terranno gli adempimenti congressuali legati all'elezione dell'Assemblea Generale e del segretario generale provinciale.