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Un caso di caporalato gravissimo è emerso a Ragusa grazie a un’indagine dei Carabinieri partita da una segnalazione dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Vittime 16 giovani lavoratori ghanesi e nigeriani sfruttati dai padroni.
Pagati un euro l’ora, dovevano restituire in contanti parte del salario
Pagati un euro l’ora, un ottavo della paga oraria prevista dal contratto nazionale, i lavoratori, ricevuta la busta paga, venivano portati al bancomat dove dovevano prelevare una parte del salario e restituirlo in contanti ai titolari.
Alloggiati al freddo in condizioni igienico sanitarie pessime
I giovani venivano alloggiati, al costo di 100 euro trattenuto dalla paga, all’interno delle serre, in luoghi fatiscenti, in condizioni igienico sanitarie pessime, senza acqua calda e riscaldamento. A qualcuno che ha provato a usare una stufa elettrica per superare le notti d’inverno, gli è stata sequestrata.
Maneggiavano fitofarmaci senza protezione e formazione
Le indagini avrebbero accertato l'assenza di dispositivi di protezione individuale nell'attività di irrorazione di fitofarmaci, maneggiati senza la minima conoscenza di prodotti chimici anche molto pericolosi per la salute. Le uniche attestazioni sulla formazione sono risultate false. Un inferno sul quale si è fatta finalmente luce.
Estorsione, sfruttamento del lavoro agricolo, violazione delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono questi i capi di accusa notificati dai Carabinieri ai tre fratelli imprenditori ora ai domiciliari. La grande azienda di produzione di ortofrutta di loro proprietà, operante nel ragusano, a Marina di Marza, Santa Maria del Focallo, nell’Ispicese, è stata sottoposta ad amministrazione controllata con un sequestro preventivo di 850mila euro.
Flai Sicilia: “Servono più ispettori e il coinvolgimento degli imprenditori onesti nella lotta allo sfruttamento del lavoro”
“Lo sfruttamento del lavoro è duro a morire in Sicilia. A fronte del continuo emergere di casi è inaccettabile la carenza di ispettori del lavoro e la sostanziale indifferenza delle istituzioni. Così come è inaccettabile che nel tavolo regionale contro il caporalato siano assenti gli imprenditori”. Lo dichiara il segretario generale della Flai Cgil Sicilia, Tonino Russo, commentando l’operazione nel ragusano che ha mandato agli arresti domiciliari tre imprenditori. “Noi – aggiunge – riteniamo che sia fondamentale una presa di posizione degli imprenditori onesti, che subiscono peraltro la concorrenza sleale di chi non rispetta leggi e contratti”. Il segretario della Flai di Ragusa, Salvatore Terranova, è stato ricevuto dal Prefetto di Ragusa per discutere del persistere dello sfruttamento in agricoltura e delle possibili azioni da mettere in campo. “Non può esserci sviluppo – conclude Tonino Russo – senza il rispetto dei diritti e della dignità di chi lavora”.