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Il traguardo è arrivato. Alla fine di un giro d’Italia che, prima di ogni altra cosa, ha avvicinato, ancora una volta, la Cgil alle persone. Ha dato modo al Quadrato rosso di mischiarsi tra la gente, dare risposte, non solo sui quesiti referendari presentati e fortemente voluti dall’organizzazione. Lunghi confronti sono nati intorno ai banchetti, con donne e uomini incuriositi, a volte critici, ma sempre disposti e disponibili a parlare. Una straordinaria occasione per raccogliere la domanda di cambiamento declinata sulle mille difficoltà del quotidiano. Una domanda di cambiamento sulla quale centinaia di migliaia di persone hanno deciso di mettere la propria firma per provare a dare una svolta al paese.
“La campagna referendaria – ci ha raccontato Michele Bulgarelli, segretario generale della Cgil di Bologna – è stata un viaggio nel mondo del lavoro, dai magazzini della logistica agli ospedali, dalle fabbriche alle aziende del terziario avanzato, passando per le assemblee convocate in piazza per i rider e le iniziative delle leghe dei pensionati. Abbiamo incontrato lavoratrici e lavoratori, tantissimi giovani, ascoltato le fragilità e anche la forza del mondo del lavoro. Abbiamo raccolto una grande domanda di lavoro sicuro e una richiesta di partecipazione. Le tantissime firme di Bologna, dal 25 Aprile a Monte Sole fino alla Festa della Cgil cittadina pochi giorni fa, ci consegnano una grande responsabilità. Andare avanti, con coerenza e determinazione, con la contrattazione, la radicalità democratica, con il nostro essere sindacato generale”.
E di tempo sembra esserne passato tantissimo dal 25 Aprile scorso, da quella giornata di sole a Casa Cervi, quando Maurizio Landini mise la firma numero uno sul modulo, per l’occasione al banchetto volontario d’eccezione il segretario organizzativo della Cgil nazionale, Gino Giove. Un evento che ha lanciato la raccolta firme a due passi dal reggiano, la terra d’origine del segretario generale della Cgil.
E noi proprio da Reggio Emilia ripercorriamo questo viaggio a ritroso per fare un bilancio delle emozioni e dell’impegno, in attesa dei numeri ufficiali che si avranno il 19 luglio alla consegna delle firme in Cassazione a Roma. “Abbiamo raggiunto un risultato importante grazie al lavoro di tante compagne e compagni – ha spiegato Cristian Sesena, segretario generale della Cgil reggiana – che nei banchetti, come nelle aziende, hanno promosso le giuste ragioni di questa campagna referendaria che mira a cambiare le regole sbagliate di un mercato del lavoro fuori controllo”.
Calà, Cgil Liguria: “Forte senso di solidarietà generazionale”
“Siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo in poco tempo – ha dichiarato con soddisfazione Maurizio Calà, segretario generale della Cgil Liguria –. La campagna non è ancora terminata e nonostante ciò in alcune realtà come Genova si è già andati oltre i numeri assegnati. In queste settimane abbiamo incontrato molte persone, non solo sui luoghi di lavoro, e abbiamo potuto constatare la presenza di un forte senso di solidarietà generazionale di chi ha combattuto per ottenere quei diritti che oggi sono messi in discussione e che sono oggetto dei nostri referendum. Credo che il nostro impegno ora debba essere quello di dare unità al Paese e sostegno a diritti universali come la sanità che sono tra gli argomenti più citati dalle persone che abbiamo avvicinato. Siamo riusciti a coinvolgere anche tante personalità, dalla politica al mondo della cultura e dello spettacolo: non tutti coloro che hanno sottoscritto i quesiti votano a sinistra, ma con questo impegno hanno voluto riconoscere la coerenza e la trasparenza con le quali da sempre la Cgil sostiene le tematiche del lavoro”.
Trotta, Cgil Calabria: “Grande risposta”
“Prima ancora dei numeri – ha detto Gianfranco Trotta, segretario organizzativo della Cgil Calabria, una regione che ha compiuto uno sforzo enorme a sostegno della raccolta firme – a dirci che i temi del referendum per il lavoro hanno intercettato a pieno le esigenze e i bisogni di cambiamento dei cittadini calabresi, è stata la risposta che abbiamo avuto in termini di contatti, richieste, ricerca di un confronto. Il nostro obiettivo in questa campagna referendaria è stato quello di stare tra la gente. Con i nostri banchetti siamo stati nei mercati, nelle assemblee dei lavoratori, nei principali luoghi di raccoglimento e anche nelle rassegne e negli eventi culturali. E spesso non abbiamo nemmeno dovuto intercettare le persone, erano le persone ad avvicinarsi, a chiedere quali fossero i nostri propositi e poi a firmare. C’è fame di lavoro equo, dignitoso, tutelato e sicuro, specie nel Mezzogiorno”.
Pagano, Cgil Lombardia: “Sulla strada giusta”
Da Nord a Sud non cambia la narrazione di questi mesi. La soddisfazione di essere tornati ancora una volta sul territorio, di poter misurare la grande capacità di scambio e di confronto con le persone, con lavoratrici e lavoratori, pensionati, semplici cittadini e associazioni, partiti politici. Con tutto il caleidoscopio che compone la società. La reazione raccolta in tempo reale e in presa diretta rispetto alla campagna della Cgil conferma la fiducia e l’attenzione delle persone verso il corpo vivo dell’organizzazione e la sua spinta politica e sociale.
“Siamo sulla strada giusta – è il primo commento di Alessandro Pagano, segretario generale della Cgil Lombardia –. Le leggi sbagliate che nel corso di questi ultimi anni hanno peggiorato la condizione di lavoratrici e lavoratori vanno cancellate e saranno cittadine e cittadini a farlo, esercitando il diritto a intervenire direttamente nel processo legislativo. Con la nostra iniziativa abbiamo garantito questo diritto”, raccogliendo un fiume di adesioni da persone di tutte le età e in tutta la Lombardia che hanno voluto cogliere questa preziosa occasione di partecipazione democratica. “Un grande risultato, merito del lavoro eccellente svolto da tutta la nostra organizzazione: dirigenti, delegati e delegate nei posti di lavoro, attivisti e attiviste del sindacato pensionati, volontari e volontarie che ogni giorno hanno presidiato piazze, luoghi di lavoro, mercati, incontrando decine di migliaia di persone che hanno condiviso la nostra proposta”.
“Un buon inizio – ci dice Luca Stanzione, segretario generale della Camera del Lavoro di Milano –, che fa ben sperare sull'esito dei referendum che rilanciano l’idea del valore del lavoro e se vinti disegneranno un mondo del lavoro più giusto e meno precario. Un risultato che racconta della capacità della Cgil di essere capillare in tutta l'area metropolitana e di un'organizzazione in grado di affrontare sfide difficili con la forza delle idee e della militanza”.
Airaudo, Cgil Piemonte: “Ridiamo valore al lavoro”
“Una raccolta firme più semplice e partecipata di altre iniziative – ci ha detto Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil del Piemonte, mentre nella sede di Via Pedrotti a Torino si stanno caricando gli scatoloni con i moduli da portare a Roma –. Una raccolta a tappeto, sia nei luoghi di lavoro che nei mercati e nelle piazze, dove c’è una diffusa opinione che il lavoro sia stato troppo svalutato e che sia a rischio. Le decine di migliaia di firme sui referendum per il lavoro raccolte in questo territorio dicono che c’è la richiesta di legiferare a favore del lavoro, dopo anni di leggi che sono state sfavorevoli ai lavoratori”.
Ranieri, Cgil Abruzzo Molise: “Difendiamo il lavoro”
“In Abruzzo e in Molise abbiamo messo in campo un impegno straordinario di tutta l'organizzazione, attraverso le assemblee nei posti di lavoro, i banchetti nelle piazze, nelle città ma anche in molti piccoli comuni delle aree interne – ci ha detto Carmine Ranieri, segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, che guarda già al prossimo futuro –. Ora... ricominciamo... con la costituzione del coordinamento regionale per il referendum contro l'autonomia differenziata. La Cgil è e sarà in prima linea per la difesa della Costituzione, dei diritti del lavoro, dei diritti civili e sociali”.
Paggio, Cgil Umbria: “Ascolto e voglia di partecipazione”
E così, mentre le camere del lavoro sono intasate dagli scatoloni che raccolgono le centinaia di migliaia di moduli riempiti e firmati e le foto della corsa contro il tempo perché tutto sia pronto e consegnato a Roma entro la mattina del 19 luglio si moltiplicano sulle pagine social dell’organizzazione, sono tanti i funzionari e i dirigenti con cui parliamo, che ci raccontano di settimane chiusi in ufficio a ordinare le firme già in cascina, di notti insonni per riuscire a portare a casa l’obiettivo.
“Oltre al numero molto importante di firme che abbiamo raccolto – commenta Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil dell’Umbria – mi hanno colpito la grande disponibilità all’ascolto e la voglia di partecipazione delle persone che si sono avvicinate ai nostri banchetti. Questa campagna è stata una straordinaria occasione per entrare in contatto con tantissime persone e per mobilitarci in maniera straordinaria nei posti di lavoro, con le tante assemblee organizzate e l’azione costante delle nostre delegate e dei nostri delegati. Mi piace poi sottolineare l’esperienza fatta dentro l’università, nelle mense e nei dipartimenti, dove anche gli studenti fuori sede hanno potuto partecipare alla nostra campagna grazie all’importante strumento della firma online. E ora avanti con le firme per il referendum sull’autonomia differenziata".
Bussandri, Cgil ER: “Momento fondamentale”
"La campagna di raccolta firme – ha detto Massimo Bussandri, segretario generale della Cgil Emilia-Romagna – è stata un momento fondamentale per tornare a ragionare sui diritti dei lavoratori nelle piazze e in tutti i luoghi di lavoro; e su come ricostruire una società più giusta a partire dal lavoro, dalla sua centralità, dalla sua dignità, dal suo essere fattore imprescindibile di cittadinanza. Le firme raccolte, tantissime, in Emilia Romagna ci hanno consentito di intercettare anche tanti giovani, quelli a cui in buona parte i diritti sono stati tolti, e contrariamente alla narrazione distorta su una presunta ‘disaffezione al lavoro stabile’ ne è uscita confermata la nostra idea che anche i ventenni e i trentenni chiedono un lavoro meno precario, più tutelato e soprattutto più libero da ricatti, anche nelle nuove frontiere del lavoro. Dovremo essere bravi a capitalizzare questo risultato in un contesto di forte ostracismo mediatico, parlando con le persone, continuando a fare assemblee, tenendo alta l'attenzione su questi temi di qui alla prossima primavera, quando dovremo portare al voto sui nostri quesiti più di 25 milioni di cittadini”.
Basso, Cgil Veneto: “Opportunità da non perdere”
Dal cuore verde d’Italia a una delle città più famose e visitate del mondo, il refrain non cambia. “Il numero straordinario di firme raccolte nel nostro territorio – ci ha detto Daniele Giordano, segretario generale della Cgil di Venezia – per noi rappresenta la risposta delle lavoratrici e dei lavoratori alla precarietà dilagante nel nostro territorio. Lanciammo la campagna in occasione della nostra festa dal titolo “Indomita”. L’abbiamo chiamata così perché in un momento come questo serve una Camera del Lavoro che riconquisti la capacità di lottare per essere soggetto di trasformazione sociale, di cambiamento profondo della condizione delle persone. Sono stati decine e decine i banchetti organizzati in tutta l’area metropolitana, più di 200 assemblee nei luoghi di lavoro e dopo tanti anni la Cgil è tornata ad essere presente anche alle iniziative sociali, alle sagre nella città storica dove si sono viste le code per firmare. Questo risultato ci incoraggia ad andare avanti insieme a lavoratori e pensionati per batterci contro una Venezia che affonda nella precarietà”.
Dalla Laguna al Veneto, teatro, ci ha detto la segretaria generale della Cgil regionale, Tiziana Basso, di “un percorso importante, faticoso e ricco di soddisfazioni, ma che ci ha messo anche a dura prova a causa del maltempo eccezionale che a maggio ha costretto molti territori a sospendere i banchetti per diversi giorni. È stata dura anche per l’impegno che ha richiesto, ma questa esperienza ci ha dato tante opportunità, a partire dalle assemblee nei luoghi di lavoro, ma anche nelle piazze e nei mercati. Qui abbiamo avuto modo di comunicare e ascoltare molte persone difficilmente raggiungibili in altri contesti, e abbiamo percepito un interesse vivo e sincero nei confronti delle nostre battaglie, che sono le battaglie di tutte e di tutti”. E intanto, mentre scriviamo, il furgone pieno come un uovo di scatoloni di moduli compilati provenienti dal Veneto ha raggiunto Roma dopo essere partito alle 3 di notte da Mestre.
Bucci, Cgil Puglia: “Impegno militante in ogni territorio”
Scendiamo lungo la costa adriatica e ci ritroviamo in Puglia, a parlare con Gigia Bucci, la segretaria generale della Cgil regionale. “C'è stato un impegno militante in ogni territorio che ha portato all'organizzazione di banchetti nelle piazze, nei luoghi di lavoro, anche raccolte firme volanti nelle campagne tra gli operai agricoli o sulle spiagge tra lavoratori del turismo, così come nei luoghi di produzione. Con un'adesione trasversale dai giovani agli anziani. Il tema del precariato è fortemente avvertito da chi lo vive sulla propria pelle ma anche da quella generazione di adulti e genitori che si è impegnata per conquiste e diritti del lavoro e oggi sono preoccupati per i propri figli. La maggior parte delle firme è stata messa su carta, tramite contatto diretto con le persone, alle quali è stato spiegato il senso di questa campagna anche per lanciare l'adesione al voto quando saremo chiamati ad esprimerci sui referendum”.
Gaillard, Cgil Valle d’Aosta: “Siamo punto di riferimento per le persone”
In Valle d’Aosta il sindacato è stato impegnato nella raccolta firme in tutti i comuni della Valle, da Pont-Saint-Martin a Courmayeur, attraverso i banchetti organizzati in occasione di mercati e manifestazioni. L’organizzazione ha messo in campo tutte le sue forze. “Dai segretari generali a tutti i funzionari, Rsu e ai dipendenti della struttura – afferma Vilma Gaillard, segretaria generale regionale Cgil –. In Valle d'Aosta siamo il primo sindacato e nel confronto con i cittadini è emerso in numerose occasioni la solidità della nostra organizzazione, vista da molti come un autorevole punto di riferimento. Anche il confronto con le associazioni e i partiti regionali è stato propositivo. La risposta ai nostri appelli è stata nella maggior parte dei casi positiva. Dall’Anpi a Libera fino a Legambiente, Arci e ai partiti politici che non ci hanno fatto mancare il loro supporto a questa nostra iniziativa dove è stato messo al centro il lavoro. A dimostrazione di questo, le e-mail di sostegno alla raccolta firme e la presenza costante dei certificatori. Grazie anche a loro che hanno messo a disposizione il loro tempo, ma possiamo affermare che ne è valsa la pena. È stato un tour de force in certi momenti, ma la partecipazione massiccia ci ha ripagato del notevole sforzo messo in campo in questo periodo”.
Gozzani, Cgil Toscana: “Passione e impegno politico”
“Passione, idealità, ma soprattutto un grande impegno politico”, sono questi gli ingredienti di una raccolta firme riuscita, secondo la sintesi del segretario organizzativo della Cgil Toscana, Paolo Gozzani. Mentre la sua voce si ascolta in un video pubblicato dalla struttura per l’occasione, scorrono le immagini che lo vedono impegnato con tante compagne e compagni a spostare gli scatoloni pieni di moduli. “Un’occasione per ridare dignità e un senso di libertà ai lavoratori, soprattutto quelli precari, quelli intrappolati nella filiera più debole del sistema. Con tanta speranza, facendogli capire – questo è stato acquisito e c’è stata tanta consapevolezza da parte loro – che ognuno può diventare, in questa occasione, determinante nel cambiamento e nel miglioramento delle proprie condizioni lavorative, ma anche di vita”.
Santarelli, Cgil Marche: “Cambiare il modello di sviluppo”
Eccezionale impegno organizzativo anche nelle Marche dove le decine di migliaia di firme raccolte sono state il frutto delle oltre 500 assemblee svolte sui luoghi di lavoro e dei quasi 500 banchetti allestiti. “La campagna è agli sgoccioli – dichiara Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil regionale –. Se ci fosse stato più tempo, sono convinto che tanti marchigiani in più avrebbero firmato per questa causa. Siamo soddisfatti del risultato raggiunto perché, in questa occasione più che in altre, c’è stato modo di rapportarsi con cittadini e lavoratori e non è stato complicato catturare il loro interesse. Su temi come gli appalti, la precarietà e il lavoro in generale c’è molta attenzione nel senso che è cresciuta, tra la gente, la consapevolezza della necessità di cambiare il modello di sviluppo basato sullo sfruttamento del lavoro”.
Mannino, Cgil Sicilia: “Grande risposta dei giovani”
Anche in Sicilia c’è grande soddisfazione per le decine di migliaia di firme raccolte. L’Isola è stata battuta in lungo e largo. Sono stati allestiti banchetti nelle piazze, sono stati organizzati incontri nei luoghi di lavoro anche nelle zone più interne. È stato coinvolto tutto il gruppo dirigente della Cgil, delle camere del lavoro, delle categorie. “Significativa la risposta del mondo dei giovani”, dice il segretario generale regionale Alfio Mannino, che hanno firmato in massa “perché hanno capito bene il valore del lavoro e della dignità e dei diritti sul lavoro come unica strada per costruire il loro futuro”.
Durante, Cgil Sardegna: “Restituire al lavoro centralità e diritti”
Da un’isola all’altra, approdiamo in Sardegna, da dove sono partite proprio mentre scriviamo le firme per i referendum della Cgil. Dopo aver viaggiato in nave fino a Civitavecchia arriveranno nella sede nazionale di Corso d’Italia a Roma, testimonianza della “Sardegna democratica e progressista – ci dice Fausto Durante, segretario generale della Cgil regionale –. L’opinione pubblica ha risposto affermando che l’Italia ha bisogno di nuove norme e leggi che restituiscano al lavoro centralità e diritti. La sfida sarà superare il quorum. Abbinare i referendum sul lavoro al quesito abrogativo della legge sull’autonomia differenziata, una legge che fa male all’Italia, al Mezzogiorno, alla Sardegna, ci permetterà di raggiungere l’obiettivo: una sola Italia, con il lavoro al centro”.
Zabbeni, Cgil Trentino: “Occasione di confronto e ascolto”
Dal mare della Sicilia alle montagne del Trentino. “Due mesi e mezzo molto intensi – ha detto Maurizio Zabbeni, segretario organizzativo della Cgil del Trentino –. Un impegno che ha coinvolto tutta l'organizzazione con banchetti, gazebo su tutto il territorio tutti i giorni. Un'occasione preziosa non solo per portare avanti la nostra battaglia per rendere più giusto e meno precario il lavoro, ma anche perché abbiamo incontrato moltissime lavoratrici e lavoratori. Le loro storie, le difficoltà che incontrano ogni giorno sono stata un'occasione preziosa di confronto e di ascolto e ci hanno confermato che dobbiamo cambiare il modello di sviluppo, rimettere al centro il lavoro di qualità”.
Masera, Cgil/ Agb: “Straordinario momento di incontro”
“È stata una straordinaria occasione per incontrare tante persone e ascoltarle. Particolarmente bene è andata anche la raccolta online, che ha rappresentato circa un quarto del totale”, ha detto Cristina Masera, segretaria generale della Cgil/ Agb dall’Alto Adige.
Ricci, Cgil Napoli Campania: “Occasione unica”
“La campagna referendaria in Campania – ci ha detto Nicola Ricci, segretario generale della Cgil regionale – ha rappresentato per la nostra organizzazione un’occasione unica per stare a contatto quotidiano con lavoratrici, lavoratori, pensionati, precari e giovani, società civile, associazioni e movimenti grazie ai banchetti e alle tante iniziative organizzate dalle Camere del Lavoro, dalle leghe Spi e dalle categorie nelle piazze e nelle strade delle grandi città come dei piccoli Comuni. Precarietà, licenziamenti, subappalti, sono parole che a queste latitudini, purtroppo, fanno parte del linguaggio comune”.
Mega, Cgil Basilicata: “Hanno firmato tanti giovani”
“È stata una campagna referendaria molto impegnativa visti i tempi ristretti, ma anche molto entusiasmante – ha detto il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega –. Abbiamo presidiato quasi tutto il territorio regionale grazie alle Camere del Lavoro e alle categorie, con banchetti nei maggiori luoghi di lavoro, come davanti ai cancelli dello stabilimento Stellantis di Melfi, davanti agli ospedali o davanti al campus universitario di Macchia Romana, a Potenza, dove abbiamo potuto intercettare non soltanto precari Unibas ma molti giovani universitari che si sono avvicinati spontaneamente: in loro è stata evidente la paura del futuro ma anche la speranza di poter cambiare le cose”.
Natale Di Cola, Cgil Roma Lazio: “Vero sindacato di strada”
E adesso? E adesso si attende il 19 luglio, il giorno della consegna degli scatoloni con i moduli firmati da cittadine e cittadini. Quella mattina a Roma i furgoni carichi di documenti percorreranno il tragitto che separa la sede nazionale del Quadrato rosso, dove sono stati convogliati da ogni territorio, dalla Cassazione, dove i volontari scaricheranno materialmente i cartoni. “Oltre mille iniziative nei 379 comuni del Lazio, una campagna straordinaria di assemblee nei luoghi di lavoro e nel territorio, che ha coinvolto oltre centomila persone e mobilitato centinaia di nostri militanti – ha detto Natale Di Cola, segretario generale della Cgil capitolina –. Un passo importante per far conoscere le nostre proposte per sconfiggere la precarietà e per un lavoro sicuro, stabile e dignitoso. Una lezione su come costruire con maggior vigore il sindacato di strada e coinvolgere le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate e i pensionati e le nuove generazioni in questa straordinaria battaglia di democrazia che contribuirà a darci forza per proseguire la vertenza che ci porterà in autunno a mobilitarci contro le scelte sbagliate del Governo”.