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“Ambienti di lavoro sicuri e sani possono agire come un fattore protettivo per la salute mentale''. Lo dice l'Organizzazione mondiale della sanità che proprio in corrispondenza della Giornata mondiale della salute mentale ha voluto mettere l’accento su questo aspetto.
Che il lavoro sia centrale nell’equilibrio di vita di una persona è noto, meno consueto che lo si metta in relazione allo stato del benessere mentale delle persone. In una società supercompetitiva come quella attuale il nesso è evidente. Così come la precarietà del lavoro, che costringe la maggior parte delle persone – soprattutto tra le “categorie” più fragili come quelle dei giovani e delle donne – a uno stato ansiogeno rispetto al proprio futuro, certamente non aiuta.
Dati eloquenti li fornisce anche l’Etuc (la Confederazione europea dei sindacati): il 40% dei casi di depressione in Europa sono legati a stress da lavoro. E il sindacato fa esempi concreti su cui la contrattazione ha un ruolo fondamentale: cattiva organizzazione, over work, disponibilità costante, precariato e condizioni di eccessiva pressione lavorativa.
E, ancora, secondo quanto riportato da una ricerca del World Economic Forum, il 40% della Gen Z e il 35% dei Millennial avvertono stress, paura e ansia, fino in molti casi ad arrivare a un vero e proprio burnout.
In generale la salute mentale è preoccupazione di tante persone. Secondo i risultati della quinta edizione del World Mental Health Day Report, pubblicato da Ipsos proprio in occasione della Giornata mondiale dedicata al benessere psichico, quasi la metà degli intervistati a livello globale (45%, in Italia è al 35%) la mette al prima posto tra le proprie paure, con il cancro “solo” al secondo posto (38%).
In ogni caso ben il 77% degli italiani ritiene che la salute mentale e fisica abbiano la stessa importanza per il benessere complessivo, ma solo il 32% crede che siano trattate allo stesso modo dal Sistema sanitario nazionale. Solo il 46% dei connazionali ritiene infatti che il sistema sanitario si concentri principalmente sulla salute fisica, trascurando il resto.
Lo stesso Report riferisce che, a livello internazionale, la maggior parte delle persone si è sentita stressata durante l'ultimo anno. In media, poco più di tre su cinque (62%) in 31 Paesi affermano di essersi sentite stressate al punto da avere un impatto sulla loro vita quotidiana almeno una volta. I livelli di stress riportati variano da un massimo del 76% in Turchia a un minimo del 44% in Giappone.