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“Un atto scellerato”: questo il commento della Fiom Cgil all’assenza della società Qf al tavolo dell'unità di crisi della Regione Toscana sul rilancio dello stabilimento ex Gkn di Campi Bisenzio (Firenze). “Dopo settimane di silenzio – si legge nel comunicato – dall'ultimo incontro del 5 settembre scorso, e dopo aver aperto l'ennesima procedura di cassa integrazione senza un confronto con sindacati e Rsu, Borgomeo diserta il tavolo convocato”.
Un atto scellerato, appunto, che “unito a quanto avvenuto, o meglio non avvenuto, negli ultimi mesi, dimostra la chiara volontà di far fallire ogni possibile opportunità di rilancio dello stabilimento. Una mancanza di rispetto verso i lavoratori e le istituzioni del nostro Paese”.
“QF è uscita, o è stata allontanata, dal Consorzio costituito, come più volte dichiarato dallo stesso Borgomeo anche in sede istituzionale, per la reindustrializzazione”, continuano Simone Marinelli (coordinatore nazionale automotive Fiom Cgil) e Stefano Angelini (Fiom Cgil Firenze): “Modalità subito contestata in quanto non prevista nell'accordo quadro, poiché il Consorzio è un’entità che non garantisce il percorso e la tutela dei lavoratori. Da quello che ci risulta non ha mai presentato documenti e domande per l'avvio della richiesta a Invitalia di attivazione del contratto di sviluppo, ritenuto dallo stesso Borgomeo essenziale per il progetto”.
Ancora cassa integrazione
L'azienda ha aperto una procedura per la cassa integrazione “minacciando lavoratori e sindacati che, in caso di assenza di un accordo condiviso, avrebbe proceduto unilateralmente mettendo da subito in discussione la valenza dell'accordo quadro sottoscritto al ministero dello Sviluppo economico”.
L'incontro di giovedì 27 ottobre “sarebbe servito a fare chiarezza sull’effettiva volontà di Borgomeo di portare avanti il progetto e su come andare avanti per trovare soluzioni concrete, anche alternative, per rilanciare il sito e garantire l’occupazione ai lavoratori. Partendo dal fatto che fino a oggi tutto ciò che è stato annunciato da gennaio non si è verificato”.
Oggi (venerdì 28 ottobre) la Fiom parteciperà all'incontro convocato dal ministero del Lavoro per la procedura della cassa integrazione. “La nostra posizione è chiara: gli ammortizzatori devono servire a tutelare i lavoratori e dare tutto il tempo necessario a trovare una soluzione concreta al rilancio industriale”, proseguono Marinelli e Angelini: “Non siamo disponibili a discutere di altro con una società che sfugge al confronto e ha dimostrato di non essere credibile”.
I due esponenti sindacali avvertono che “se qualcuno pensa di gestire una vicenda complicata, riportando le lancette indietro al 9 luglio 2021, mettendo sotto pressione i lavoratori o speculando sulla vertenza, troverà risposte adeguate”.
Per la Fiom la condizione per andare avanti è la “messa a disposizione di Qf come ‘veicolo’ per investimenti o progetti pubblici e privati per il rilancio del sito. Chiediamo al ministero di convocare immediatamente un tavolo: è necessaria la responsabilità di tutti e l’individuazione di ogni strumento idoneo a salvaguardare l'occupazione e a trovare investitori solidi e credibili”.