Non ce l’ha fatta l’operaio di 59 anni di Gravina in Puglia, in provincia di Bari, coinvolto ieri pomeriggio, 5 febbraio, in un gravissimo infortunio sul lavoro a Santeramo in Colle. È morto all’ospedale Miulli di Acquaviva delle fonti dove era stato trasportato dal 118 in condizioni critiche. L’uomo, capo cantiere dei lavori di ristrutturazione del palazzetto comunale di Santeramo, è stato colpito alla testa da un tubo nel corso delle lavorazioni. A dare l’allarme sono stati i colleghi che hanno avvertito il 118 per i soccorsi e il trasferimento in ospedale, le condizioni sono subito apparse molto serie. Carabinieri e ispettori del servizio Spesal della Asl indagano sull’accaduto. Ne dà notizia l’Adnkronos.

Fillea Cgil: “Nei cantieri è una strage” 

“Dopo tanti disperati tentativi, è morto questa mattina l’edile gravinese Michele Mandolino, di 59 anni, che nella giornata di ieri, 5 febbraio, è stato coinvolto in un grave incidente sul lavoro nel cantiere pubblico di riqualificazione del Palazzetto dello Sport di Santeramo in Colle, nell’area metropolitana di Bari”. inizia così il comunicato di cordoglio e di denuncia della Fillea Cgil del territorio.

Registriamo la terza morte, solo nei cantieri della provincia di Bari, in meno di 30 giorni: non possiamo più tollerare che la sicurezza nei cantieri venga trattata come un costo da tagliare. Ogni giorno lavoratrici e lavoratori escono di casa per guadagnarsi da vivere e troppo spesso non fanno ritorno. Queste tragedie non sono mai fatalità, ma il risultato di scelte sbagliate in materia di appalti e sicurezza sul lavoro”.

“Vogliamo regole certe – continua la nota – e che vengano riconosciute le responsabilità effettive nei luoghi di lavoro anche estendendo alle Stazioni Appaltanti la responsabilità solidale in caso di incidenti sul lavoro. Le committenze devono vigilare attentamente sul rispetto della normativa su salute e sicurezza nei cantieri: nella primavera saremo chiamati al voto per cinque quesiti referendari, di cui uno proprio su questi temi”.

“Il cordoglio non ci è mai bastato: la sicurezza è un diritto. Le stazioni appaltanti firmino subito i protocolli di legalità e sicurezza per prevenire gli infortuni sul lavoro: chi occupa posizioni di responsabilità – conclude la Fillea – deve attivarsi immediatamente per fermare questa strage silenziosa e arrestare la scia di sangue nei cantieri”.