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Sembra soltanto frutto di una casualità il fatto che la strage sul lavoro in Italia si sia fermata per 24 ore durante la Festa dei Lavoratori, accanendosi nella vigilia del 30 aprile e nel giorno dopo, oggi, 2 maggio. Sono quattro le vittime sul lavoro a cavallo del Primo Maggio. Ed è sconcertante leggerne la cronaca.
Il primo, a poche ore dal comizio di Landini, Bombardieri e Sbarra e a pochi chilometri da Monfalcone, il luogo in cui si è tenuto quel comizio. Un autotrasportatore ha perso la vita in Provincia di Pordenone dopo che la benna della gru che stava manovrando, colpendolo, lo ha sbalzato dal sedile posto a tre metri da terra. Morto sul colpo, a nulla sono serviti i soccorsi e i tentativi di rianimarlo.
Il secondo nella serata del 30 aprile, a una manciata di ore da un giorno di festa, travolto dal materiale che stava trasportando su un muletto, all’interno di una ditta metalmeccanica.
Dopo la tregua del Primo Maggio, oggi tutto è ripreso come sempre e in poche ore, a pochi chilometri l’uno dall’altro, due operai nel Napoletano sono morti in due cantieri diversi. Uno sul colpo, precipitando dal terzo piano, l’altro in ospedale dopo un grave infortunio.
A far riflettere è anche l’età delle quattro vittime: 69, 59, 57 e 60 anni.
Il segretario della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, ha ricordato gli ultimi dati sulle morti sul lavoro: “oltre 350 in tutto il Paese e 12 in Campania in questo primo scorcio del 2024”.
Dati in continuo aggiornamento, nonostante l’impegno dei sindacati e l’attenzione che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sempre indirizzato al tema della salute e della sicurezza sul lavoro.