Sette mesi per il rinnovo di un contratto di uno tra i settori produttivi più importanti del nostro paese. Tempi celeri che hanno permesso di arrivare a un nuovo ccnl del Gruppo Poste Italiane, con numerosi passi avanti dal punto di vista dell’ammodernamento di tutto l’impianto contrattuale. Esprimono soddisfazione il segretario generale della Slc Cgil Riccardo Saccone e il segretario nazionale che ha seguito tutto l’iter negoziale, Nicola Ceglie: “Ci saranno molti elementi positivi sia dal punto di vista normativo che dal punto di vista economico” per i 120 mila lavoratori dell’azienda.

AUMENTI E UNA TANTUM 

La parte economica del nuovo contratto stabilisce un aumento medio pro-capite di 230 euro: 192 euro a regime sui minimi tabellari in busta paga; 29 euro al mese sui buoni pasto; 5 euro di aumento sul Fondo Sanitario Integrativo; 4,5 euro di aumento sulla quota aziendale di Fondoposte (dal 2,3% al 2,5%). A ciò si aggiunge anche l’erogazione di un’una tantum di mille euro che arriverà nella busta paga di settembre 2024, a titolo di competenze contrattuali arretrate per l’anno in corso e di anticipazione sui futuri miglioramenti economici.

NUOVI DIRITTI E TUTELE 

Sul piano normativo, l’accordo punta ad estendere e introdurre nuovi diritti e tutele in tema di parità di genere, genitorialità, contrasto alle molestie, diritto allo studio. “Abbiamo inserito per esempio delle regole sul congedo mestruale – illustra Di Ceglie – o sulla possibilità di chiedere un periodo di congedo per lavoratrici che abbiano subito violenze o molestie”.

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SETTIMANA CORTA

Rispetto all’organizzazione del lavoro, il contratto prevede la possibilità di sperimentare modelli organizzativi a settimana corta, ossia 9 ore per 4 giorni, anche con forme di riduzione di orario di lavoro, a parità di salario. “Come sindacato ci riteniamo soddisfatti, perché siamo riusciti a innovare completamente l’impianto contrattuale e abbiamo lavorato per introdurre cambiamenti che incideranno concretamente sulla vita quotidiana di lavoratrici e lavoratori, migliorandola”.

LA PAROLA A CHI LAVORA

Ora la parola spetta proprio a loro, i dipendenti di Poste Italiane, che a partire da settembre dovranno esprimere il loro giudizio su questa ipotesi di accordo, attraverso le assemblee sul territorio, decretandone la sua efficacia definitiva.

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