Raggiunta ieri, nella notte, un’intesa tra Poste Italiane e alcune sigle sindacali, che però non porta la firma di Slc Cgil e Uil Poste. “L’azienda, schierata col governo – commenta il sindacato dei lavoratori della comunicazione - ha estromesso dalle trattative i due sindacati”.

Già la scorsa settimana i segretari generali di categoria Riccardo Saccone e Claudio Solfaroli l’avevano definita “una vera e propria epurazione”, a cui si è aggiunto lo scempio della chiusura dell’accordo proprio alla vigilia dello sciopero generale Cgil e Uil.

A firmare Slp Cisl e tre sigle autonome, senza coinvolgere la rappresentanza sindacale unitaria (Rsu). “È un segnale chiaro e gravissimo – commenta il segretario nazionale Slc, Nicola Di Ceglie – buttare fuori due sindacati firmatari del contratto collettivo dal negoziato di una maxi-riorganizzazione che prevede oltre 7.500 tra stabilizzazioni e assunzioni nel prossimo biennio”.

L’attacco del governo a CGIL e UIL si era manifestato, con modalità simili, appena 20 giorni fa nelle Funzioni centrali della Pubblica Amministrazione. Non è un caso che il secondo obiettivo sia stato Poste Italiane: il più grande datore di lavoro del Paese, a partecipazione statale.

“E noi? – chiude la nota della Slc - Respingiamo qualsiasi tentativo di intimidazione. Aderiamo in massa allo sciopero generale Cgil e Uil di domani e riempiamo le piazze di tutta la nostra rabbia!”.

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