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Mille posti di lavoro persi in dieci anni, circa un terzo del personale in regione. A dare i numeri sull'emergenza organici negli uffici postali del Friuli Venezia Giulia è il sindacato di categoria della Cgil, la Slc, con il segretario regionale Riccardo Uccheddu, che annuncia il via della mobilitazione nei confronti dell'azienda. Conflitto che riguarda, in particolare, la carenza di operatore agli sportelli.
"Da anni – afferma il sindacalista –, chiediamo l’assunzione massiccia di personale per sopperire alle numerose uscite di lavoratori pensionati o esodati, che non sono stati sostituiti dall’azienda per garantire un adeguato ricambio generazionale. Negli ultimi dieci anni gli occupati complessivi alle dipendenze di Poste italiane nella nostra regione sono calati di un migliaio di unità, mettendo in crisi un po' tutti i comparti. E il prossimo piano di assunzioni dell'azienda risulta assolutamente insufficiente per coprire il fabbisogno della rete degli sportelli".
Ad aggravare la situazione il peggioramento delle condizioni di lavoro: "Gli operatori – spiega ancora il dirigente sindacale – sono costretti anche a gestire le tensioni causate dalle lunghe attese, che spesso sfociano in aggressioni verbali da parte dei clienti. Inoltre non vengono più rispettate le mansioni previste dagli inquadramenti contrattuali e dagli accordi in materia. L’azienda è assente e non è mai intervenuta per porre rimedio a questa situazione, nonostante le nostre sollecitazioni".
Inadeguate, per la Cgil, le soluzioni tampone messe in campo dall'azienda: "Da strumento eccezionale – accusa l'esponente sindacale –, i distacchi sono diventati ormai un mezzo ordinario per sopperire alla carenza di organico. A ciò, si aggiungono le insistenti richieste di trasferte, spesso rivolte anche a personale con poca esperienza, neoassunto o recentemente assegnato agli sportelli e non formato. Ogni giorno una quota che va dal 25 al 30% degli uffici viene gestita da personale distaccato, e sempre più numerosi sono gli uffici postali non assegnati, coperti con distacchi di addetti che spesso durano anni".
Altro nodo irrisolto, quello delle pressioni commerciali sui direttori e sui consulenti finanziari - denuncia la Cgil -, distratti anche dalle "continue riunioni commerciali, anche in presenza e a qualsiasi orario". Ulteriore fonte di stress per gli operatori, la perdurante richiesta ai consulenti di rendicontazioni via email di fine turno, relative alla programmazione e ai risultati degli appuntamenti, prassi che il sindacato chiede di superare, visto il contemporaneo ricorso ad applicativi che consentono di verificare in tempo reale l’agenda elettronica e la produzione degli uffici.
Nella nota con cui annuncia la mobilitazione, l'Slc punta il dito anche sulle lacune del sistema di formazione. "Le date dei corsi vengono rese note solo all'ultimo momento – dichiara Uccheddu – e nonostante questa totale assenza di programmazione i dipendenti vengono pressati per completare i corsi entro le date stabilite, rendendo spesso impossibile la conciliazione tra le attività formative e la contemporanea esigenza di presidiare gli sportelli. La priorità, del resto, non è tanto quella di garantire una reale preparazione e crescita professionale, ma semplicemente quella di far figurare come assolti gli obblighi di formazione".