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Si tiene giovedì 22 dicembre lo sciopero di quattro ore (dalle 8 alle 12) dei lavoratori degli appalti della centrale Enel "Grazia Deledda" e della Portovesme, nel Sulcis. A proclamarlo sono Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil territoriali, temendo l'imminente chiusura dei due impianti: il primo per la decarbonizzazione, il secondo per il forte rincari del prezzo dell'energia. Alle 8 di giovedì è convocata un'assemblea dei lavoratori davanti all'ingresso della Portovesme, per condividere il percorso di protesta.
"Da una parte la centrale energetica che, a causa della decarbonizzazione va incontro a una chiusura ormai certa, alla quale manca solo la data di definitiva cessazione", spiegano le tre sigle metalmeccaniche: "Dall'altra una fabbrica che fino a poco tempo fa non aveva quasi mai affrontato periodi critici, che in seguito all'aumento incontrollabile del costo energetico, aggiunto a una criticabile gestione aziendale, si appresta a chiudere importanti reparti produttivi, lasciando senza occupazione centinaia di famiglie".
"Il tutto avviene nel silenzio tombale delle istituzioni, che accettano passivamente lo sfruttamento dei territori da parte delle multinazionali che, sino a quando hanno potuto, hanno fatto soldi a palate e adesso si apprestano ad abbassare le serrande, senza che vi siano certezze", spiegano i sindacati: "Dopo un anno di assoluta difficoltà, i lavoratori degli appalti vedono messo a rischio il loro futuro lavorativo e, ancora peggio, senza essere più coperti da ammortizzatori sociali".