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“Siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione dei lavoratori di tutti i porti del nostro Paese con la previsione di arrivare anche una specifica azione di sciopero affinché ci possa essere un rapido ravvedimento per portare a conclusione l'iter legislativo a favore della portualità del Paese”. Ad affermarlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, a sostegno dell’emendamento al Decreto Sostegni bis relativo alla riduzione dei canoni concessori per il 2021 e per i ristori alle imprese portuali..
“Siamo di fronte - spiegano le organizzazioni sindacali - a un'ulteriore colpo di mano che rischia di affossare l'intera economia portuale e i suoi protagonisti, lavoro e lavoratori. E’ inspiegabile come si possa stravolgere e svuotare il risultato di un lavoro lungo e puntuale capace di dare respiro alle enormi e persistenti difficoltà derivanti dalla pandemia. Il nuovo e ingiustificato intervento della Ragioneria dello Stato, pur in costanza di avanzi di amministrazione delle Autorità di sistema portuale, rende tutto più difficile e alimenta un forte malcontento nonché tensione tra gli stessi lavoratori”.
“A questo punto - secondo le sigle di categoria -, sarebbe utile che le stesse imprese portuali facessero sentire il loro malcontento e si schierassero a sostegno della nostra mobilitazione. La portualità non si rilancia solo con l’implementazione delle infrastrutture e la revisione della governance, ma occorre soprattutto avviare una politica industriale del sistema portuale per renderlo competitivo con quelli dei paesi concorrenti. In sintesi, il Pnrr da solo non basta, ma occorre agire su tutti gli errori compiuti in passato che hanno portato l’Italia in posizione di svantaggio rispetto agli altri paesi europei”.