"Un altro annuncio di trasferimento di una azienda storica in Toscana, in barba agli accordi ed agli impegni presi, 22 lavoratori che rischiano il posto di lavoro. L’atto formale di trasferimento a Brescia dei dipendenti della Ponsi equivale a una chiusura e a un licenziamento collettivo a tutti gli effetti". Così Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana.
Le rubinetterie Toscane Ponsi sono nate nel 1935 a Viareggio e svolgevano completamente tutto il ciclo produttivo all’interno dell’azienda. Venivano progettati i rubinetti e tutti gli accessori inerenti il bagno, fino al prodotto finito. La Ponsi é stata un pezzo d'industria prestigiosa per il territorio, un marchio riconosciuto in tutto il mondo per l’alto standard qualitativo e tecnologico, ma anche un’azienda elevata sindacalmente e culturalmente. All’interno della Ponsi, a Viareggio, vi era una delle biblioteche operaie più fornite della Versilia. Poi, nel 2008, passò nelle mani di un fondo di private equity promosso e gestito da Alto Partener, per poi passare nel 2015 alla Ercos di Brescia.
"Avevano garantito di proseguire l’attività d’impresa e la volontà di espandersi in un mercato di qualità tramite l’acquisizione di un marchio prestigioso come Ponsi. Poi l’attività venne spostata da Viareggio a Piano di Mommio, si comprese subito che non erano intenzionati a sviluppare la produzione, ma che gli interessava solo il marchio. Nel 2018 venne ridotto il personale e siglato un accordo che garantiva, fino al 2021, la permanenza dell’azienda sul territorio con i suoi 22 lavoratori rimasti. La Ponsi è stata smontata a pezzi nel corso degli anni, una scelta calibrata, guidata da una precisa volontà imprenditoriale", rileva ancora il dirigente sindacale.
"Non ci stiamo a veder disattesi gli accordi, non lo accettiamo assolutamente, questa è una imprenditoria di basso livello. In altri paesi Ue non sarebbe possibile siglare intese e non rispettarle. Tale modo di fare imprenditoria del 'mordi e fuggi', deve risentire di risposte ferme, non basta la solidarietà, ma servono nuove misure più coercitive e penalizzanti per le imprese fedifraghe, come avviene in Francia e Germania. Siamo in un’epoca inedita, assistiamo alla mancanza di politiche industriali da parte dei governi, troppe imprese camminano a briglia sciolta. Questo, grazie anche a leggi su leggi, che hanno permesso la piena libertà imprenditoriale e che lasciano con troppa facilità i lavoratori a spasso. Vi sono gravi responsabilità politiche. Ci batteremo per il pieno rispetto degli accordi, sia in termini sindacali che legali, e per trovare soluzioni alternative contro una vera e propria ingiustizia verso i lavoratori Ponsi".