“Le politiche industriali per lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno” è il tema dell’iniziativa organizzata dalla Cgil Napoli e Campania per oggi, venerdì 15 marzo, alle 9.30 all’hotel Ramada Naples.
Un confronto tra sindacato, industria, università, associazioni e politica, con la partecipazione del ministro per gli Affari Europei, Sud, Politiche di Coesione e Pnrr, Raffaele Fitto e del presidente Anci Nazionale, Antonio Decaro che comporranno una tavola rotonda con il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci; il presidente di Confindustria Napoli, Costanzo Jannotti Pecci; la presidente di Legambiente Campania, Mariateresa Imparato; la docente dell’università di Napoli “Federico II”, Giustina Orientale Caputo; il presidente dell’Area ASI di Napoli, Giosy Romano. A moderare il dibattito Patrizia Pallara, giornalista di Collettiva. Ad aprire il confronto la relazione del segretario confederale Cgil Napoli e Campania, Raffaele Paudice. Conclude il segretario confederale della Cgil nazionale, Pino Gesmundo.
Nicola Ricci, Cgil Napoli e Campania: “Dobbiamo contrastare la perdita di presidi industriali e attrarre nuovi insediamenti”
“La Campania – dice il segretario generale Cgil regionale, Nicola Ricci – è un territorio molto esposto nei processi di cambiamento a causa della forte presenza di industrie tradizionali e ad alto impatto ambientale ed energivoro. Siamo in presenza di un tessuto industriale fortemente frammentato, composto in buona parte di piccole industrie, molte fortemente specializzate e legate all'indotto delle poche grandi aziende presenti, sopravvissute al forte ridimensionamento degli ultimi vent'anni come Stellantis, Leonardo e Fincantieri, aziende i cui centri decisionali e di sviluppo e ricerca sono lontani dalla nostra regione. Gli ultimi percorsi di crisi ci impongono una riflessione sugli strumenti a disposizione, per contrastare la perdita di presidi industriali ma anche per favorire il rafforzamento e la nascita di nuovi insediamenti, di fronte ai processi di transizione ecologica e digitale che già fanno sentire il loro peso in una regione caratterizzata dalla presenza di un forte indotto dell'automotive”.
“Le ZES – aggiunge Ricci – sono state, a nostro avviso, nonostante i ritardi con cui si è proceduto alla messa in campo della loro governance, un’occasione che solo parzialmente ha sviluppato le sue potenzialità. Così come riteniamo importante l'intervento delle Regioni nella programmazione territoriale del manifatturiero. Pensiamo inoltre che chiedere al Governo nazionale una seria e compiuta strategia sulle politiche industriali sia non più procrastinabile. Il pilastro di tutte le economie, a maggior ragione di quelle del Mezzogiorno, è la manifattura, non tanto in tema di consumi, ma in quello delle produzioni. In Campania – conclude il segretario generale – occorre infine preservare le ultime filiere esistenti e rafforzare un sistema di conoscenze evitando poi l'idea di sviluppo burocratizzata e dirigista. Sarebbe necessario ricostruire una visione d'insieme rispetto all’eccessiva frammentazione delle politiche industriali, determinatasi a partire dalla revisione del titolo V della Costituzione”.