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Qualche centinaio di lavoratori ha partecipato martedì 8 gennaio all’assemblea generale di Cgil Cisl e Uil al Policlinico Umberto I di Roma, per decidere i prossimi step della mobilitazione di tutto il personale. "Si incrociano due grandi questioni, entrambe urgenti, a cui si continua a non dare risposte - spiegano i segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio, Natale di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini - Dal rischio licenziamento per i 700 lavoratori esternalizzati della Coop OSA, alla rottura delle relazioni sindacali per il personale del comparto, che blocca le trattative per il rinnovo del contratto decentrato, quindi per la destinazione del salario accessorio e per la necessaria riqualificazione del personale".
“È inammissibile che si proceda, come nelle precedenti gestioni - scrivono i tre sindacalisti - a negare il confronto con le rappresentanze dei lavoratori, a non fare chiarezza sull’effettivo fabbisogno, a negare diritti ai lavoratori, restando indifferenti di fronte al futuro di 700 lavoratori, da 15 anni in servizio, e delle loro famiglie. A pagare sono i lavoratori, ormai messi gli uni contro gli altri, a seguito di scelte non condivise con le organizzazioni sindacali”.
“Siamo di fronte a una possibile emergenza sociale – proseguono Di Cola, Chierchia e Bernardini - che avrebbe dovuto vedere l’interessamento diretto della Regione Lazio. Insieme alle attuali condizioni sul livello di produzione e servizi, a preoccupare è il futuro stesso del Policlinico. Non è chiaro quali siano le scelte fatte per il rilancio dell’azienda, stiamo assistendo a una continua penalizzazione del lavoro pubblico e a un continuo calo del livello dei servizi, con reparti che chiudono e prestazioni non più erogate. Non possono essere i lavoratori a pagare l’assenza di un chiaro progetto di rilancio del Policlinico, che è e deve restare un’eccellenza sanitaria pubblica, che tenga dentro nuove assunzioni, la dovuta valorizzazione salariale e professionale del personale interno, al contempo individuando soluzioni a tutela di chi da anni svolge con professionalità il proprio lavoro”.
“Amministrazione e Regione facciano la loro parte: attendiamo risposte chiare e a breve termine. In caso contrario – concludono i Segretari generali - con la prossima assemblea del 25 gennaio, proclameremo lo sciopero generale, i primi giorni di febbraio”.