PHOTO
“La nostra grande preoccupazione è che non siamo pronti a gestire la grande messa di risorse del Pnrr perché le pubbliche amministrazioni, i comuni, le città metropolitane e in generale la pubblica amministrazione in Sicilia non è purtroppo attrezzata in termini di competenze e di risorse umane a predisporre i progetti che servono. Basta il dato dei Piani integrati per la rigenerazione urbana, misura prevista dal Pnrr di quasi tre miliardi, di cui il 40% per le regioni del Sud: dei 500 progetti presentati, per oltre il 90 per cento si tratta di progetti che arrivano dal Nord Italia, motivo che ha spinto i comuni settentrionali a chiedere risorse aggiuntive”, ha affermato il segretario Cgil Palermo, intervenuto oggi in occasione dell'iniziativa 'Italiadomani', dialogo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che si è svolta al Teatro Massimo
“Questo ci dice una cosa – ha proseguito l'esponente Cgil - che i comuni del Nord Italia presentano più progetti rispetto agli altri comuni italiani e che i comuni siciliani e del sud d'Italia si trovano in grande difficoltà. Questo è un dato che ci allarma, se vogliamo poter cogliere questa occasione, direi irripetibile, per agganciare la Sicilia e il sud Italia al resto d'Europa”.
Da anni, è l'analisi fatta dalla Cgil Palermo, si parla di 'Piano per il Sud', 'Piano per la Sicilia', 'Patto per Palermo', 'Zes', 'Zone franche urbane', e di tutta la programmazione delle risorse stanziate con i fondi comunitari e dello Stato. Piani rimasti perlopiù 'sulla carta'. “Per questo, chiediamo che le risorse del Pnrr siano aggiuntive e non sostitutive di quelle già esistenti – ha osservato il dirigente sindacale -. Da anni, ci propongono gli stessi progetti e gli stessi piani di sviluppo, come quelli per la viabilità, che non riescono a trovare soluzione. Anche progetti che riguardano la quotidianità, come il ponte Corleone a Palermo. Opere semplici, che nel resto d'Italia sarebbero state affrontate e risolte nel giro di sei mesi”.
Per non perdere la scommessa del Pnrr, la Cgil provinciale sollecita a costruire le condizioni che permettano ai comuni, alle amministrazioni pubbliche, al sistema delle imprese di poter utilizzare queste risorse. “Ci vogliono competenze e risorse umane, per affrontare la sfida che abbiamo davanti. L'occasione del Pnrr, che ci dà paradossalmente la pandemia – ha aggiunto il sindacalista - rappresenta un'occasione irripetibile, per noi e per la prossima generazione. Recuperare da qui ai prossimi cinque mesi 50 anni di ritardo non sarà facile. Direi anzi una missione impossibile, complicata. Per questo, occorre che governo nazionale, regione e governo degli enti locali si mettano nelle condizioni di rinforzare in termini competenze e risorse umane i propri uffici".
"I progetti camminano sulle gambe delle persone e abbiamo bisogno di architetti, ingegneri e nuove competenze che mancano alla pubblica amministrazione, falcidiata da pensionamenti, dal decennale blocco del turn over e dalle mancate assunzioni. Se vogliamo che il Pnrr sia davvero un'occasione per la Sicilia e per Palermo, bisogna mettere mano a queste criticità. Altrimenti, se va bene, rischiamo di recuperare vecchi progetti, dei tanti piani che in questi anni per Palermo, la Sicilia e il Sud che non hanno prodotto grandi risultati. Vogliamo impedire che il Pnnrr sia l'ennesima beffa”, ha avvertito ancora Ridulfo.
"Inoltre, a Palermo e in Sicilia, a maggior ragione, servirà il “controllo sociale” sulla mole di risorse previste dal Pnrr. “L'altra nostra grande preoccupazione – ha continuato il leader della Cgil palermitana - è legata al fatto che le risorse che arriveranno, e quelle che verranno spese, come per tradizione, potranno essere occasione per le infiltrazioni della criminalità mafiosa e del malaffare. Lo Stato, la Prefettura, le amministrazioni pubbliche, le forze ordine e anche parti sociali devono esercitare un controllo sociale".
"Auspichiamo che il protocollo d'intesa per il confronto e la partecipazione, firmato a Palazzo Chigi il 29 dicembre scorso, da Draghi con le organizzazioni sindacali, che tra le altre azioni prevede anche tavoli di controllo e monitoraggio anche a livello territoriale e regionale, possa essere attivato subito e che questo permetta a ciascuno di poter fare la propria parte affinché le risorse vengano spese e vengano spese bene”, ha concluso Ridulfo.