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“Le dichiarazioni di Federacciai sono dannose per il futuro dei lavoratori e della siderurgia italiana, perché mettere in contrapposizione impianti e lavoratori di Piombino con gli altri stabilimenti è inaccettabile”. A dirlo sono Loris Scarpa (coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil nazionale) e David Romagnani (segreteria Fiom Cgil Livorno).
“L’Italia deve utilizzare a pieno la capacità produttiva soprattutto sui laminati piani se vuole rimanere una potenza manifatturiera”, spiegano i due esponenti sindacali: “Per questo c’è la necessità che i progetti di Piombino e dell’ex Ilva trovino soluzione e messa a terra velocemente. C’è assolutamente spazio. Stiamo perdendo capacità produttiva”.
Scarpa e Romagnani rilevano che “i lavoratori siderurgici di Piombino non sono di serie B: tutti hanno diritto di poter lavorare e finalmente chiudere con una cassa integrazione che da transizione è diventata la condizione normale. Il governo acceleri e per Piombino non accetti i ricatti di Jsw, azienda con difficoltà finanziarie e scarsa visibilità”.
Per i dirigenti Fiom “il costo dell’energia e del rottame non può essere un alibi per mettere in difficoltà i lavoratori e ricattarli, anzi è necessaria un’azione verso Bruxelles per impedire l’uscita dal vecchio continente. È necessario trovare una soluzione ora per abbattere il costo dell’energia, non tra dieci anni, e ci sono tutte le possibilità: dall’efficientamento degli attuali impianti e della rete fino al potenziamento dell’eolico, del fotovoltaico e del biogas, che garantiscono tutta la continuità necessaria”.