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Adesso dal governo serve un segnale concreto. A chiederlo sono i 1.117 lavoratori e i loro rappresentanti sindacali della Piaggio Aerospace di Genova e Villanova d’Albenga (Savona), fortemente preoccupati per lo stato di difficoltà in cui versa il gruppo aeronautico, attivo nella progettazione, costruzione e supporto di velivoli per aviazione d’affari e da difesa. Il 3 dicembre scorso la società è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria, come commissario straordinario è stato nominato l’avvocato Vincenzo Nicastro. Martedì 26 febbraio si terrà a Roma, alle ore 10 presso il ministero dello Sviluppo economico (in via Molise 2), un nuovo incontro tra governo, sindacati, Regione Liguria e commissario straordinario. Un incontro da cui Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil si attendono molto, considerato anche il silenzio sceso sulla vertenza negli ultimi mesi.
“Ci auguriamo che il 26 ci vengano almeno spiegati quali sono i progetti per l'azienda”, afferma Antonio Caminito, della Fiom Cgil Liguria: “Il tempo è scaduto, il rischio è la cassa integrazione per la metà dei 1.100 dipendenti”. Piaggio Aerospace ha presentato il 22 novembre scorso istanza per accedere all’amministrazione straordinaria (concessa appunto dal ministero dello Sviluppo economico il 3 dicembre) per “lo stato di insolvenza della società”, rimarcando che a causa della “continua incertezza e delle attuali condizioni di mercato la società non è più finanziariamente sostenibile”. L’azienda, infatti, ha una forte esposizione debitoria, che a settembre 2018 ammontava a 489 milioni di euro.
Dal prossimo incontro (l’ultimo di una lunga serie del tutto inconcludente) i sindacati si aspettano una svolta. Molte sono state fin qui le promesse fatte, in primis dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, ma l’unica cosa certa per ora è la scomparsa della commessa da 766 milioni di euro (per il programma previsto dal P2HH) che doveva arrivare dal ministero della Difesa. Fiom, Fim e Uilm chiedono dunque al governo di presentare al più presto un piano industriale credibile (il commissario straordinario ha tempo fino a giugno), di finanziare nuove commesse e rinforzare decisamente sia il comparto dei velivoli civili sia quello dei motori, di portare avanti la produzioni di droni e di velivoli a pilotaggio remoto, insomma di rilanciare un’azienda che, per bocca dello stesso ministro, è una risorsa strategica per il Paese.