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In su e in giù per il Paese, Toscana compresa, ci sono imprenditori che offrono lavoro, ma non trovano chi raccoglie la loro offerta. Vediamo di non fare di tutta l’erba un fascio. Intanto, distinguiamo i casi di chi cerca professionalità, saperi che il mercato del lavoro non offre, e in questo caso la colpa è di una scuola, complessivamente intesa, che non crea le competenze necessarie. Poi ci sono i casi dei lavori stagionali, in cui le competenze si possono anche acquisire sul campo, e qui, credo, c'entri molto il quantum che viene offerto.
È complicato chiedere a un giovane, o meno giovane, che non sia proprio alla fame, di farsi il mazzo per tre-quattro mesi, per portare a casa qualche spicciolo. Questo succede se si è assunti con un contratto di apprendistato. Ci sono giovani che vanno all’estero - ne conosco, a fare i camerieri e gli addetti al piano, perché guadagnano significativamente di più. E che dire delle decine di migliaia di giovani che ogni anno lasciano l’Italia, perché non vedono qui il loro futuro. Meglio scappare subito, piuttosto che attendere che arrivi l’occasione buona, e nel frattempo tirare avanti, facendo il bagnino da giugno ad ottobre. In aggiunta, non dobbiamo dimenticare che i giovani sono una minoranza in un Paese fatto per vecchi.
Rifiutano il lavoro o vogliono lavorare al nero, perché così prendono il reddito di cittadinanza? Chiedono di lavorare al nero, in modo da non far crescere il reddito familiare, con le conseguenze negative del caso? Può anche darsi, ma nessuno ci racconti che la propensione al lavoro nero in Italia sia frutto di un provvedimento di legge, che data qualche settimana, o di un sistema fiscale che andrebbe certamente cambiato. Non sono i lavoratori che vogliono lavorare al nero. Per il nero, per favore, chiedete ai datori di lavoro.
Insomma, per spiegare la mancanza dei bagnini, va analizzata la situazione complessiva del Paese, ponendo l’attenzione ai livelli dei salari in Italia, che oggi sono più bassi di quelli di dieci anni fa.
Mirko Lami è segretario Cgil Toscana