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“Ritmi serrati, comportamenti intimidatori, vessazioni e rimproveri davanti ai clienti. Quando sono arrivato nel punto vendita ho trovato un clima molto pesante e senza sindacato, nessuno metteva un freno alle derive del direttore.” Il supermercato degli urli e dei pianti, lo ha definito Marco, quando è giunto sul suo nuovo posto di lavoro. Marco, nome di fantasia per evitare ripercussioni, è da vent’anni in Pam ma in servizio in un altro negozio: decide quindi di diventare delegato della Filcams e provare, con i suoi colleghi, a migliorare le condizioni di lavoro.
Come in tutta la rete Pam Panorama, sono state diminuite le ore di lavoro alle ditte di pulizia in appalto, per cercare di contenere i costi e far svolgere alcuni servizi ai propri dipendenti. “Il tentativo è quello di spezzettare le pulizie così da farle passare in sordina, come se fosse un’equa divisione tra i lavoratori”, racconta Marco. “Dieci minuti per ognuno che cosa sono?” prova a dire il direttore che tenta di dividere i compiti tra i lavoratori, affidando a diverse persone piccoli incarichi: spazzare, passare la macchina, spolverare gli scaffali.
In un clima di terrore, alcuni accettano solo per timore di essere licenziati, trasferiti o ritrovarsi a fare dei turni spezzettati difficili da gestire. Marco ha già ricevuto una lettera di contestazione perché si è rifiutato: “L’azienda continua a richiederci sacrifici mentre taglia i costi, ha difficoltà ad essere competitiva sul mercato e accumula perdite; domani cos’altro mi chiederanno di fare?”.
C’è preoccupazione, ma anche delusione da parte di Maria, che da 33 anni lavora in un punto vendita di Panorama a Torino. “Sono sempre stata fiera di far parte di questa azienda, perché mi ha dato stabilità e un trattamento adeguato, ma da qualche anno a questa parte non la riconosco più.” Aver tolto le ore di pulizie alle ditte esterne, per cercare di farle svolgere ai dipendenti è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Maria prosegue il suo racconto: “Il problema non è che io, addetta alla vendita, debba prendere il mocio in mano, quello che mi dispiace è che questo mocio lo tolgo ad un’altra persona che lavora con me da tanti anni. L’azienda lo definisce 'lavoratore indiretto' e non vuole più farsene carico, ma per me non lo è. È la collega con cui lavoriamo da anni, che ci ha sempre aiutato e ha svolto le pulizie durante la pandemia. E con meno ore di pulizia e con l’organico che abbiamo, non possiamo garantire la pulizia che avevamo. Il rischio è quello di avere il negozio sempre più sporco, in un periodo in cui siamo ancora in emergenza sanitaria”.
Per questo, il coordinamento nazionale unitario delle strutture e dei delegati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ha proclamato un primo pacchetto di sedici ore di sciopero, di cui otto a livello nazionale e otto da effettuarsi a livello territoriale. Gli oltre 7.000 dipendenti del gruppo della distribuzione moderna organizzata Pam Panorama vogliono manifestare contro le nuove direttive sull’organizzazione del lavoro, il rischio occupazionale per centinaia di lavoratori in appalto e la totale mancanza di una visione strategica da parte del management. Prima la diminuzione dell’orario di lavoro poi, quando si sbloccheranno i licenziamenti, diminuzione dell’organico. Il passo è breve e rischioso.