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“Si è tenuto ieri (8 marzo), convocato dall’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan e gestito dal dirigente dell’Unità di Crisi Aziendali regionale Mattia Losego con il supporto della Direzione Lavoro, un incontro di aggiornamento relativo alle difficoltà che sta attraversando l’azienda Valvitalia con particolare riguardo al sito produttivo di Due Carrare (in provincia di Padova) che attualmente occupa 81 lavoratori diretti. All’incontro hanno partecipato la rappresentanza aziendale, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Fiom Cgil e Fim Cisl di Padova, rappresentate rispettivamente da Michele Iandiorio e da Luca Gazzabin, il sindaco di Due Carrare Davide Moro e la consigliera regionale Elisa Venturini.
Nell’incontro l’azienda ha confermato la volontà di trasferimento delle produzioni presso il sito di Rivanazzano Terme in provincia di Pavia, dichiarando di non essere neanche disponibile a valutare l’attivazione degli ammortizzatori sociali al fine di rendere meno traumatici per il territorio e i lavoratori gli effetti negativi della scelta aziendale. L’eventuale utilizzo degli ammortizzatori sociali avrebbe tutelato i lavoratori nella fase di ricerca di una nuova occupazione sul territorio e agevolato l’individuazione di un possibile subentro industriale nel sito con valorizzazione delle maestranze.
Nel prendere atto della scelta aziendale con sconcerto, la Regione del Veneto si è resa comunque disponibile a riaprire il confronto su eventuale richiesta delle parti e ha comunicato che informerà il Ministero dello Sviluppo Economico in merito alla situazione di difficoltà del gruppo Valvitalia, peraltro partecipato da Cassa Depositi e Prestiti, affinché vengano valutate, anche in quella sede, soluzioni con il minor impatto possibile per il territorio.”
Questo è il comunicato rilasciato dalla Regione Veneto a seguito della giornata di ieri che ha visto le organizzazioni sindacali impegnate nelle discussioni per il salvataggio dello stabilimento di Due Carrare e la salvaguardia dei posti di lavoro. Fin dal mattino, quando si è tenuto l’incontro che ha coinvolto solo Rsu, Fim, Fiom e la rappresentanza aziendale è stato purtroppo palese che quest’ultima non sarebbe stata collaborativa. Durante l’incontro l’azienda ha minacciato di interrompere ogni tipo di confronto se lavoratori e sindacati non avessero accettato e sposato il trasferimento come unica opzione da proporre alla regione. Ovviamente questa forma di ricatto è stata rifiutata con forza. Nonostante le posizioni espresse dall’azienda si è riusciti a proseguire e a continuare la discussione portando le varie istanze al tavolo pomeridiano. Purtroppo però con il risultato che è stato evidenziato dalla Regione nel proprio comunicato.
“Come organizzazioni sindacali non possiamo accettare questa posizione dell’azienda e ringraziamo la Regione per il suo appoggio condividendone lo sconcerto. È assurdo che l’azienda si rifiuti di collaborare, per di più arrivando alle minacce. Noi riteniamo illegittimo che l’azienda voglia utilizzare lo stratagemma del trasferimento per poter arrivare ai licenziamenti senza attivare la relativa procedura con tutte le tutele previste per legge nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici. L’azienda deve rendersi disponibile a valutare possibili acquirenti, visto che noi riteniamo che possano esserci degli imprenditori interessati all’acquisto del sito. Acquisto che potrà dare sia continuità industriale che rendere merito alle persone che ci lavorano e che hanno professionalità che devono essere considerate e rispettate. Le lavoratrici e i lavoratori non sono numeri e non possono essere messe in secondo piano come l’azienda sta facendo dal primo momento". Così Michele Iandiorio della Fiom Cgil Padova e Luca Gazzabin della Fim Cisl di Padova a conclusione dell’incontro.