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L'8 febbraio scorso, durante un incontro tra la Direzione Aziendale di Valvitalia, assistita da Assolombarda, e la Rsu di stabilimento, insieme ai sindacati del territorio, i vertici hanno comunicato l’intenzione di avviare una procedura di trasferimento collettivo di tutto il personale (a oggi 85 tra operai, impiegati e dirigenti) dello stabilimento di Due Carrare, provincia di Padova, presso lo stabilimento di Rivanazzano, provincia di Pavia, a partire dal primo aprile prossimo.
"Le motivazioni portate al tavolo da parte dell’Azienda - si legge nel comunicato della Rsu - sono puramente in ottica di riduzione dei costi centralizzando anche le produzioni dello stabilimento padovano". Sindacati e delegati hanno chiesto alla Direzione di mettere in campo delle soluzioni alternative a quella che di fatto è la chiusura dello stabilimento, e che a differenza di quanto finora proposto si fondino invece sulla riqualificazione e il rilancio dello stabilimento di Due Carrare e diano una prospettiva temporale più ampia. Il gruppo Valvitalia, nel quale sono presenti ancora quote societarie di CdP, sta attraversando negli ultimi anni perdite di fatturato e marginalità, e da poco ha ottenuto finanziamenti per sostenere il Piano Industriale presentato nel 2020.
A oggi, l’unica prospettiva del Piano Industriale che viene esplicitata è razionalizzare i costi chiudendo lo stabilimento di Due Carrare. Durante l’Assemblea che si è svolta dopo l’incontro i lavoratori hanno espresso tutto il loro sconcerto e la loro indignazione rispetto alle prospettive comunicate dall’azienda. I lavoratori rivendicano il fatto che esistono commesse per le quali, nel sito, sono presenti certificazioni e professionalità e protestano per la mancanza di una alternativa tangibile che renda il sito produttivo più performante, anche con prodotti nuovi per i quali il mercato del settore potrebbe dare sviluppo.
Rdu e sindacati stigmatizzano quanto sta succedendo in queste ore, denunciando il comportamento di alcuni responsabili che organizzano colloqui o “comizi” invitando i lavoratori a limitarsi a chiedere solo “indennizzi” economici. Queste fughe in avanti di figure che rappresentano l’azienda nello stabilimento, di sicuro non facilitano una situazione già grave. Lunedì 14 si terrà un’assemblea sindacale che sarà utile per fare il punto con i lavoratori anche in vista del prossimo incontro del 21 Febbraio.