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In Italia si continua a morire di lavoro. E a perdere la vita sono in molti casi i lavoratori delle costruzioni, sempre più spesso avanti con l'età. A confermarlo sono i dati provenienti da diverse fonti, numeri che fanno tremare i polsi e che insieme fotografano una situazione oramai al limite.
Le cifre ufficiali, quelle recentemente diffuse dall'Inail in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, ci dicono infatti che gli infortuni mortali, nei primi otto mesi del 2022, sono stati 677, con una media di quasi tre vittime al giorno. In totale, gli incidenti denunciati nel periodo gennaio-agosto sono stati 484.561 (2.019 al giorno), con un aumento del 38,7% rispetto ai 349.449 dei primi otto mesi del 2021. Le malattie professionali denunciate sono invece state 39.367 (+7,9%).
Cadere dall'alto
Sempre i numeri certificati dell'Inail, relativamente al 2021, confermano poi che il settore delle costruzioni risulta quello con maggiori morti sul lavoro: 196, il 14,4% del totale, seguito dal settore dei trasporti (179 casi e 13,2%) e dall'agricoltura (139 casi e 10,2%). Da studi recentemente elaborati dagli esperti dell'Istituto, tra l'altro, emerge come nelle costruzioni almeno il 60% delle morti è ancora causato da cadute dall'altro: tetti, ponteggi, impalcature.
Ma ci sono anche altre cifre. Ad esempio, quelle dell'osservatorio Vega Engineering sui primi 4 mesi del 2022, che ci dicono di più: la fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni. L’indice d'incidenza più alto relativo alla mortalità rispetto agli occupati inoltre viene rilevato tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 21,3 infortuni mortali ogni milione di occupati. L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 3,1), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 7,9 infortuni mortali ogni milione di occupati.
Rischi in aumento
A morire di più sono, insomma, operai anziani che cadono dalle impalcature. Più si è giovani e meno si muore. Soprattutto in un settore in cui, scendendo nella lunga filiera di appalti e subappalti, i rischi per i lavoratori aumentano. Prima della ripresa grazie ai bonus edilizi, infatti, le imprese più grandi sono venute meno. I dati Ance del 2021 ci dicono che il 90% delle aziende edili oggi fattura meno di 500mila euro, con soli 2,6 dipendenti. E molte ditte per sopravvivere hanno ridotto gli investimenti, ad esempio in formazione e sicurezza.
L'aumento dei rischi per gli edili più anziani è confermato anche dal monitoraggio che da molti anni porta avanti la Fillea Cgil. Secondo il sindacato, gli incidenti mortali sono aumentati del 13% nel 2020, anno in cui moltissimi cantieri si sono fermati a causa del Covid. E sono aumentati del 19% anche nel 2022, con l'inizio dei bonus edilizi. Quest’anno la vittima più giovane aveva 23 anni, la più anziana 79. Ci sono state addirittura tre vittime over 70, mentre aumentano anche i lavoratori stroncati da malori in condizioni climatiche avverse.
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Le campagne della Fillea
"I dati del nostro osservatorio intrecciati con quelli dell'Inail ci dicono che nelle costruzioni il numero degli infortuni è in continuo aumento. Anche ad agosto, che è solitamente un mese più tranquillo, è stato davvero drammatico - dice Giulia Bartoli, segretaria della Fillea Cgil -. Il problema sta nella mancanza d'investimenti in formazione e qualificazione d'impresa. Mentre il numero altissimo d'infortuni tra gli over 55 chiede a gran voce una modifica profonda del sistema pensionistico". Per "far scendere i nonni dai ponteggi" serve quindi "una riforma pensionistica complessiva. È ovvio che in età avanzata l'attenzione cala, ed è più facile cadere dall'alto”.
A breve la Fillea metterà in campo una campagna d'informazione per ogni settore delle costruzioni. "Andremo in tutti i luoghi di lavoro - continua Bartoli -. Per i laterizi, lapidei e cemento ci concentreremo sulle patologie muscolo-scheletriche, per il legno sulle polveri e sulla formaldeide, per l'edilizia sulle cadute dall'alto. Abbiamo anche istituito il fondo prepensionamento nelle casse edili, per permettere di anticipare la pensione ai lavoratori tramite le risorse della bilateralità. Poi c'è il fronte della contrattazione, e bisogna attuare davvero le norme del Testo unico". Vogliamo dare strumenti contrattuali, formativi e normativi a lavoratori e Rls, che non vanno lasciati soli. Non vogliamo esser quelli del giorno dopo, ma cambiare materialmente le condizioni di lavoro delle persone”.
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