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Arriva l’ennesima sentenza per condotta antisindacale: la Ottimax Italia Spa del gruppo Bricofer è stata condannata per la condotta nei confronti della Filcams Cgil di Catania, sulla gravosa situazione dei 16 lavoratori iscritti alla Cgil: a causa della chiusura del punto vendita di San Giuseppe la Rena (ex Auchan), gli addetti hanno rifiutato il trasferimento al Nord Italia.
Il caso
Nello specifico, spiega ls sigla, il Tribunale di Catania ha condannato la società dando ragione al sindacato, che aveva anche sottolineato l’esistenza di accordi transattivi e tombali presentati dall’azienda, inducendo l’Inps a rifiutare l’erogazione della disoccupazione e abbandonando i lavoratori in uno stato di incertezza sia economica che sociale. I dipendenti si sono trovati, in sintesi, indirettamente licenziati e senza alcun ammortizzatore sociale.
La sentenza obbliga così l’azienda a modificare il modello Unilav di chiusura rapporto, specificando che le dimissioni presentate dai lavoratori sono state giustificate da un trasferimento oltre i 50 chilometri e con tempi di trasporto oltre gli ottanta minuti, con il conseguente diritto di prendere la Naspi, e obbliga l’affissione della stessa sentenza in tutte le bacheche sindacali dell’azienda per 60 giorni. La Ottimax è stata condannata alle spese legali.
La soddisfazione della Filcams
Soddisfatto il segretario generale della Filcams Cgil di Catania e Caltagirone, Davide Foti, che dall’inizio ha seguito la vertenza. “Sin dalle prime avvisaglie abbiamo lottato per la tutela dei diritti e dei lavoratori coinvolti in questa vicenda paradossale – racconta -. Abbiamo contestato il fatto che chiudere un punto vendita e trasferire le lavoratrici ed i lavoratori al Nord Italia rappresentava una forma di licenziamento collettivo celato”.
Da parte sua, Ottimax Italia Spa “avrebbe dovuto aprire una procedura di legge, la nota 223, che avrebbe permesso anche in caso di mancato accordo di accedere alla Naspi. E invece è accaduto ben altro. Ottimax ha dimostrato in questa incresciosa vicenda tutta la propria durezza ai soli fini economici e del risparmio. La sentenza del Tribunale di Catania mette fine a un calvario che è pesato sulle vite dei sedici lavoratori iscritti alla Filcams Cgil e riassegna dignità civile a tutti loro”.
Sentenza storica
Il sindacalista quindi prosegue: “Questa sentenza fa storia e segna un punto forte rispetto ad un metodo aziendale invasivo e sicuramente pericoloso che nel nostro territorio avrebbe potuto fare scuola, causando danni incommensurabili non solo nel settore commercio ma anche in altri ambiti lavorativi. Trasferire in massa, anche per una chiusura di attività, equivale ad un licenziamento collettivo e come tale le aziende hanno l’obbligo di attenersi a leggi e procedure che vedono il sindacato come interlocutore principale ponendo fine a scorciatoie di natura economica e finanziaria”.
Adesso i sedici lavoratori “avranno il diritto a un ammortizzatore sociale come la Naspi dopo mesi di povertà assoluta, senza lavoro e senza stipendio. Anche l’Inps che mesi fa rifiutava la domanda di disoccupazione, dopo aver bocciato il ricorso a livello nazionale dovrà farsi un bell’esame di coscienza”, prosegue la nota.
“Porteremo avanti le cause individuali contro l’Inps già aperte nel mese di gennaio 2024 e supporteremo lavoratrici e lavoratori nelle future cause contro Ottimax Italia Spa su eventuali danni biologici causati e quant’altro”. Un ringraziamento, infine, “va ai nostri legali Carlo Maria Paratore dell’ufficio Vertenze della Cgil di Catania, Carlo De Marchis e Silvia Conti della Filcams Cgil nazionale, e alla nostra struttura nazionale, per il supporto che ci è stato assicurato”.