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Tanto tuonò che piovve. Già, perché nonostante le promesse che Meloni ha più volte ripetuto, nonostante l’enfasi sulla sicurezza e sull’importanza delle forze dell’ordine, nonostante sia stato redatto un decreto sulla situazione delle carceri, nulla di nuovo sotto il sole. O meglio: per l’ennesima volta si deve registrare che le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici sono insufficienti.
Proprio oggi si è tenuto un nuovo incontro con i sindacati di categoria per discutere del rinnovo del contratto della polizia di Stato e della polizia penitenziaria: finalmente sono distribuiti i dati e i numeri con l’ipotesi di incremento salariale, sia Fp Cgil che Silp non hanno potuto far altro che registrare l’insufficienza delle risorse appostate.
Secondo Pietro Colapietro, segretario generale Silp Cgil e Florindo Oliverio, segretario nazionale Funzione pubblica Cgil: “Le tabelle che sono state diffuse, certificano quello che da tempo sosteniamo e cioè che le risorse messe in campo sono insufficienti, addirittura inferiori rispetto all'ultimo contratto se parametrate al tasso di inflazione”.
Già, perché quello che non si tiene in contro quando ci si siede ai tavoli è che non solo i contratti sono scaduti da tempo, quello per il personale non dirigente da 915 giorni mentre quello per i dirigenti da ben 2376, e i ritardi fanno perdere risorse, ma per di più negli ultimi due anni i tassi di inflazione sono stati assai alti, dunque il potere di acquisto di salari e stipendi si è ulteriormente ridotto. E come si sa, stiamo parlando di salari non elevati, tutt’altro.
Cosa dice la parte pubblica? Oltre a presentare le tabelle, sono state illustrate anche le modalità di ripartizione di quanto è stato appostato: l’80 per cento è destinato agli aumenti del salario, 20 per cento che rimane andrà a incrementare il fondo per lo straordinario e le indennità accessorie.
Insomma, a conti fatti poco, davvero poco. “Viene così chiarito – aggiungono i dirigenti sindacali - che i soldi che materialmente potranno arrivare nelle tasche dei lavoratori grazie al nuovo contratto saranno più o meno 80 euro lordi considerando che circa 70 sono quelli erogati unilateralmente dalle amministrazioni a dicembre scorso come anticipo sul 2024”. Soldi che arriveranno solo a gennaio 2025 mentre, come dicevamo, l'ultimo contratto è scaduto a dicembre 2021.
La delusione, forse anche la rabbia, è assai elevata, ma quanto proposto non arriva inaspettato. Affermano infatti Colapietro e Oliverio: “Tutto è solo una conferma di quanto stiamo denunciando dall’inizio della trattativa. Nonostante nel triennio 2022/2024 il costo della vita sia aumentato di oltre il 17 per cento, il governo ha messo a disposizione risorse pari al 5,78 per cento per poi riservare un aumento dello stipendio di poco superiore all’incremento ottenuto nel 2021, con il precedente contratto, quando l’inflazione era intorno al 5 per cento. Tutto ciò è inaccettabile”.
Non solo ma - come abbastanza presumibile - non ci sono le risorse per assunzioni e aumento di organici. Proprio ieri il Consiglio dei ministri ha varato il decreto legge sulle carceri, lì vi è la previsione dell’assunzione di 1.000 nuovi agenti di polizia penitenziaria. Peccato che se tutto andrà bene, ciò se con la prossima legge di bilancio ne verranno reclutati 500 nel 2025 e 500 nel 2026.
E per quanto riguarda la polizia di Stato, non si fanno le assunzioni per sostituire quanti ogni mese vanno in pensione, figurarsi se si reclutano quelli che servono per implementare gli organici. Si continua a far lavorare molto, troppo, gli agenti in servizio e pagando gli straordinari eccedenti le 6 ore autorizzate con un ritardo di almeno 22 mesi.
Affermano infatti i segretari di Silp e Fp: “Abbiamo già detto che con il contratto bisogna garantire che gli stipendi possano avere almeno lo stesso valore spendibile di tre anni fa. Abbiamo poi ribadito che lo straordinario non può essere utilizzato per aumentare lo stipendio surrettiziamente aumentando gli orari di lavoro e facendo risparmiare le amministrazioni con mancate assunzioni. Da questo punto di vista – aggiungono - servono altre risorse per gli straordinari che vanno pagati in misura maggiore e ad incremento. Bisogna lavorare di meno, meglio e maggiormente pagati, anche per garantire il benessere personale e organizzativo agli operatori”.
È una questione di dignità, e di rispetto per gli operatori della sicurezza: a loro sono affidati compiti delicati, sono forse i lavoratori e le lavoratrici che prima di altre per cittadine e cittadini rappresentano le istituzioni.
“Vogliamo – concludono Colapietro e Oliverio - che il governo dimostri di avere considerazione delle donne e degli uomini in divisa perché non bastano le parole, in queste condizioni il contratto continua a rimanere in salita e lontano da vedere la luce. Per questo siamo impegnati a mobilitare le poliziotte e i poliziotti perché con la prossima legge di bilancio, se non prima, possano essere allocate nuove risorse aggiuntive per onorare gli impegni già assunti, per dare una previdenza utile a garantire un tenore di vita dignitoso dopo anni di lavoro al servizio dello Stato e per rivalutare un sistema indennitario da troppi anni fermo negli importi”.
Non solo le categorie al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, ma tutta la confederazione sostiene le giuste rivendicazioni. Afferma infatti Lara Ghiglione segretaria nazionale della Cgil: “È necessario migliorare le condizioni economiche e lavorative del comparto per garantire stipendi adeguati e benessere psicofisico perché non possiamo e non vogliamo dimenticare la tragedia dei suicidi che grava su queste lavoratrici e lavoratori, spesso determinati da un disagio organizzativo. Nelle condizioni che offre il governo non solo non si danno risposte a questi bisogni, ma non si garantisce nemmeno un efficace servizio della sicurezza che ha bisogno di risorse economiche, di assunzioni straordinarie di personale e di diritti”.
“Sosterremo la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di polizia e militari, affinché - conclude Ghiglione - nella prossima legge di Bilancio si possano ottenere risorse aggiuntive per il rinnovo del contratto e risorse dedicate per il sistema indennitario e lo straordinario”.