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“Presidente, in gioco non c’è solo il nostro diritto al lavoro, c’è il diritto allo studio dei nostri figli, in gioco c’è il futuro che vogliono negarci dopo venticinque anni di fatica per costruirlo”. È l’accorato appello delle rappresentanze sindacali unitarie della Portovesme al capo dello Stato Sergio Mattarella, che lunedì 16 settembre sarà a Cagliari per l’inaugurazione dell’anno scolastico.
L’attesa per l’incontro al ministero fissato per il 24 settembre non smorza la tensione fra i lavoratori della fabbrica della multinazionale svizzera Glencore, che per un quarto di secolo ha prodotto nel Sulcis Iglesiente piombo e zinco - oltre che oro e argento a San Gavino Monreale - e adesso vuol dismettere tutto.
In una lettera al presidente della Repubblica Mattarella, la Rsu fa appello alla sensibilità del capo dello Stato e gli chiede un incontro o, comunque, un impegno fattivo a difesa dei 1.200 lavoratori coinvolti. “Il 5 settembre scorso - spiega la rappresentanza unitaria dei lavoratori - la Glencore ha annunciato la decisione d’interrompere le produzioni di zinco a Portovesme, lasciando in esercizio un piccolo reparto che tratta fumi di acciaieria”.
Un segnale chiaro di drastico disimpegno che ha suscitato la reazione immediata dei sindacati e degli operai diretti e degli appalti, con la proclamazione di una giornata di sciopero e l’avvio di una mobilitazione che non si fermerà. La protesta ha portato all’interessamento della presidente della Regione, della giunta e del Consiglio regionale, oltre che della ministra del Lavoro Calderone in questi giorni a Cagliari per il G7.
Il futuro della Portovesme è stato al centro di una riunione martedì 10 settembre, sempre a Cagliari, a margine del Labour 7, con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini che ha sottolineato la valenza nazionale della vertenza: “Qui stiamo parlando del futuro dell’industria nel Paese” ha detto, aggiungendo che “l’azienda deve sedersi al tavolo con i sindacati e il governo e ritornare sui propri passi”.
Quel tavolo poi è stato convocato al ministero del Made in Italy con i ministri Urso, Calderone e la sottosegretaria Bergamotto. Ma il 24 settembre è lontano, troppo lontano quando in gioco c’è il destino di tante famiglie e anche di tanti bambini e studenti, gli stessi che Mattarella celebrerà nella giornata d’inaugurazione dell’anno scolastico.
Ecco il senso dell’appello degli operai della fabbrica di Portovesme che, affermano con orgoglio, credono nelle istituzioni, in ciò che rappresentano e possono fare con interventi concreti e mirati: “Siamo davanti a una situazione in cui non solo si sta mettendo in discussione il diritto al lavoro, ma anche la possibilità di studiare per i nostri figli”. Il presidente Mattarella non li deluderà.