Marina è una lavoratrice che ha incrociato l’amara esperienza del licenziamento. Ha reagito mettendo in gioco se stessa e la propria vita di moglie e madre. Senza essere un supereroe. Senza gesti plateali. Senza pretendere altro che la salvaguardia della dignità e della libertà che un lavoro stabile le aveva assicurato.
Assemblee, consigli comunali, interviste, interventi in celebri trasmissioni Tv, persino uno spettacolo teatrale con repliche in giro per l’Italia e l’Europa per opporsi alla chiusura di uno stabilimento che per anni ha rappresentato una vera e propria eccellenza italiana. Marina ha lottato con le sue compagne, col sostegno di molti, contro l’avversione di chi non riteneva possibile che un pugno di donne sarebbe riuscito nell’impresa di coalizzare territorio, politica e sindacato fino alla realizzazione di uno dei pochissimi esempi di reale e completa riconversione di un sito industriale, salvaguardando la gran parte dei posti di lavoro.
Questa è la sua storia, certo, ma un pezzo di Marina lo ritroviamo facilmente in ciascuno di noi, nelle nostre esperienze o, a volte, in quello che avremmo voluto dire o fare. Per questo possiamo affermare: "Sì. Marina la conosco. La conosciamo tutti".
Marina è un esempio di determinazione, forza e umanità, la dimostrazione di quanto coraggio possa essere racchiuso in una donna quando decide di lottare per il proprio diritto al lavoro.
Michela Serventi è responsabile comunicazione della Camera del lavoro di Ravenna
La campagna "Si scrive Lavoro si legge Identità", a cura della Filctem Cgil è un’iniziativa a sostegno delle donne. L’intento è di raccontarne, attraverso video, fotografie e storie, i percorsi di vita e di lavoro. Storie di impegno e di lotta, di difesa dei diritti, soprattutto contro le violenze. Un'occasione per promuovere l'universo femminile come punto di riferimento per una narrazione collettiva e aggregante, indicando strade di libertà, uguaglianza e affermazione di diritti.