Succede nella più grande azienda toscana. A un lavoratore dipendente di una ditta che opera in subappalto, presso lo stabilimento del Nuovo Pignone di Massa Carrara, durante il giorno di malattia, è stato comunicato con un messaggio telefonico che non doveva presentarsi al lavoro e che sarebbe stato collocato in ferie forzate. Nel frattempo, al lavoratore è arrivata anche una raccomandata dove gli viene detto che alla fine del periodo di ferie dovrà collocarsi a lavorare presso l'azienda da cui dipende, la ditta Crosa di Scarlino (GR).
"Per noi, questo è un licenziamento camuffato che riteniamo inaccettabile. Sollecitiamo da tempo, congiuntamente alle altre organizzazioni sindacali, la necessità di un protocollo di intesa complessivo sugli appalti all'interno del Nuovo Pignone che garantisca stesse condizioni e diritti per tutti i lavoratori della filiera produttiva. Il contratto integrativo del gruppo Bhge (Nuovo Pignone) prevede un sistema d'informazione da parte della direzione aziendale che su base periodica deve informare le organizzazioni sindacali sulla situazione delle ditte in appalto". Così Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana, e Daniele Calosi, coordinatore nazionale Fiom gruppo BHGE (Nuovo Pignone).
"Si sono tenuti nei mesi scorsi, ma anche negli anni passati, più incontri presso la Confindustria di Massa fra le organizzazioni sindacali di categoria e confederali, le ditte in appalto e il Nuovo Pignone, per redigere un protocollo complessivo. Ad oggi, purtroppo, dobbiamo constatare che ciò non è avvenuto. La Fiom non accetta che in uno stesso sito produttivo vi siano lavoratori che hanno condizioni salariali e diritti diversi tra loro. Non vogliamo pensare che la più grande azienda multinazionale del nostro territorio costruisca la propria competitività sulle spalle dei lavoratori, che per vivere devono lavorare. In ragione di ciò, chiederemo un incontro alla direzione aziendale Nuovo Pignone e alla Regione Toscana, al fine di definire un'intesa che regoli e garantisca tutti i lavoratori dello stesso ciclo produttivo sui salari, diritti e sicurezza", rilevano i due dirigenti sindacali.