Nuova ondata di esuberi alla Aquileia capital services (Acs). Dopo i 50 licenziamenti del dicembre 2023, la società di gestione dei crediti deteriorati (controllata dal 2020 dal fondo statunitense Bain Capital) ha aperto l’8 agosto scorso una procedura di riorganizzazione che prevede l’uscita di 66 dipendenti (sui 76 totali), con la chiusura delle sedi di Milano e Roma e il drastico ridimensionamento della sede di Tavagnacco (Udine).

“Tale operazione – spiegano Fisac Cgil, Fabi e First Cisl – viene giustificata dall’azienda a seguito del recesso dei contratti di servicing sui portafogli in gestione alla società, e al conseguente riposizionamento dell’attività aziendale sul solo master servicing”.

Appena otto mesi dopo, dunque, un nuovo durissimo intervento sulla forza lavoro. I sindacati contestano fortemente la procedura, affermando che “il drastico ridimensionamento del personale è a fronte non di una riduzione dell’attività, ma della sua assegnazione ad altre società”. Fisac, Fabi e First, inoltre, non ritengono corretta l’informativa ricevuta dal punto di vista sia formale sia sostanziale.

I sindacati esprimono “il più grande rammarico sulle scelte fatte, con impatti fortissimi sul personale, e che risultano in pieno contrasto con la vendita dell’intera struttura che, come più volte comunicatoci, era condizionata alla continuità della gestione dei portafogli”.

Gli esuberi preventivati sono 43 a Tavagnacco e 23 tra Milano e Roma. Fisac, Fabi e First intendono “mettere in atto tutte le iniziative possibili per contrastare le determinazioni della proprietà”, nonché “garantire il massimo nostro impegno, in tutte le sedi competenti, per la tutela dei diritti di ciascun lavoratore”.