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Raggiunta l’intesa alla Novem Car Interior Design di Bagnatica (Bergamo) per la chiusura dell’attività e il futuro dei 96 dipendenti. L’accordo, raggiunto il 30 ottobre, sarà sottoposto venerdì 3 novembre al voto dei lavoratori in assemblea. L’azienda di interni in legni pregiati per automobili di lusso, di proprietà lussemburghese, dal 2020 era in difficoltà: il 14 settembre aveva annunciato la chiusura entro fine anno e il 2 ottobre aveva aperto ufficialmente la procedura di licenziamento collettivo.
L’intesa
La bozza di accordo è stata raggiunta dopo un mese e mezzo di trattative e ben 28 ore di sciopero. “Prevede un piano di incentivazione economico all’esodo – spiegano Luciana Fratus (Fillea Cgil) e Massimo Lamera (Filca Cisl) – che ammonta a 35 mila euro lordi per tutti i lavoratori sia part time sia full time”.
L’incentivo all’esodo sarà però ridotto a un terzo (11.700 euro) per coloro che lavorano in azienda da meno di quattro anni e per chi maturerà i requisiti della pensione entro il periodo di Naspi (indennità di disoccupazione). Viene poi messo a disposizione un servizio di supporto alla ricollocazione mediante agenzie per il lavoro del costo di 2 mila euro. Per chi non fosse interessato a questo percorso, i 2 mila euro verranno versati in aggiunta all’incentivo all’esodo”.
La posizione dei sindacati
Per tutta la vertenza, le due sigle sindacali hanno ripetutamente chiesto di poter ricorrere all’ammortizzazione sociale, riscontrando però un fermo rifiuto da parte dell’azienda. “Siamo soddisfatti – aggiungono i due esponenti sindacali – della parte economica dell’accordo, ma certo restiamo amareggiati di fronte alla risoluta indisponibilità a parlare di cassa integrazione da parte aziendale. Si sarebbero potute garantire maggiori tutele ai lavoratori più fragili”.
Luciana Fratus e Massimo Lamera così concludono: “A fronte della posizione di chiusura su questo tema, l’intesa firmata prevede che ci si incontri nuovamente entro metà dicembre per valutare il ricorso a eventuali altri strumenti idonei a supportare i lavoratori, alla luce del numero di dipendenti che saranno ancora in organico”.