Bistrattati, calunniati, bollati come fannulloni. I navigator, consulenti assunti nel 2019 con contratti a termine per aiutare i beneficiari del reddito di cittadinanza nella ricerca di un’occupazione, hanno dovuto difendersi da una "certa" informazione, o meglio dalla disinformazione che è circolata sul loro conto.
Giammaria Carriere, delegato Nidil Cgil di Brindisi, ha prestato servizio come navigator al Centro per l’impiego di Francavilla Fontana: “Molti miei colleghi non hanno neppure inserito l’esperienza nel curriculum perché avevano paura che potesse essere un ostacolo per un’eventuale assunzione. Io stesso, che sono psicologo, soprattutto i primi tempi mi sono vergognato di dire che facevo il navigator”.
Eppure questi professionisti sono stati inseriti nella rete dei Centri per l’impiego, già alle prese con annosi problemi d'inefficienza, dopo un’articolata selezione, e sono stati formati per prendere in carico persone con fragilità, perché disoccupate da tempo, con scarse competenze, spesso senza mezzi di trasporto per spostarsi.
“È uno scandalo che un lavoratore debba sentirsi in imbarazzo nel dichiarare che cosa fa", spiega Carriere: "Noi non dovevamo vergognarci di niente, siamo vincitori di una selezione pubblica, trasparente, abbiamo lavorato con onestà, correttezza e rispetto. E soprattutto sul campo”.
La vertenza dei navigator, il cui contratto è ormai scaduto, non è del tutto chiusa. In un recente incontro con i sindacati di categoria, Il ministero del Lavoro ha espresso la volontà di non disperdere l’esperienza professionale e di valorizzarla attraverso l’individuazione di tutte le possibili soluzioni strutturali.