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I sindacati esprimono ferma contrarietà al progetto di chiusura di sei plessi scolastici del comune di Como di cui hanno appreso solo per via informale, perché i dettagli del progetto sono stati resi infatti noti a mezzo stampa, senza alcun passaggio conoscitivo con le associazioni che nel territorio rappresentano lavoratori, cittadini e famiglie.
Cgil Como, Cisl dei Laghi, Uil del Lario, con le rispettive organizzazioni sindacali di categoria Flc, Cisl scuola, Uil scuola Como, Spi Cgil Como, Fnp dei Laghi, Uilp Lario, Fp CGIL, Cisl Fp dei Laghi e Uil Fpl Lario Brianza, in un cmunicato spiegano che “l’Amministrazione adduce a cause economiche la chiusura di 6 plessi di scuola e supporta la propria volontà con i dati relativi al calo di natalità e con i costi di messa in sicurezza degli edifici scolastici. Si fa riferimento addirittura al risparmio delle spese di riscaldamento. Motivazioni ben lontane da quella che dovrebbe essere una visione di prospettiva ad ampio respiro che viene richiesto, invece, alla politica”.
I sindacati ricordano che il calo demografico è un problema dell’intero Paese, affligge in particolar modo le aree rurali più che quelle cittadine e che colpisce alcune regioni e province più di quella di Como e una risposta locale così drastica come quella comascarisulta quindi del tutto inadeguata.
Quello della messa in sicurezza degli edifici pubblici è un problema serio che va affrontato con ristrutturazioni adeguate: “Non condividiamo l’idea che se una scuola non è sicura la risposta legittima sia quella di chiuderla definitivamente. Il comune di Como ha un bilancio in grado di sostenere lo stanziamento graduale di risorse necessarie a mettere in sicurezza tutte le alunne e tutti gli alunni e garantire che essi possano frequentare servizi di prossimità quali sono i servizi educativi e il primo ciclo di istruzione”.
Nel documento viene chiesto all’Amministrazione di Como il potenziamento dei servizi per le famiglie, garantendo scuole aperte nei quartieri, rette dei nidi comunali più basse, mensa gratuita per tutti gli alunni, educatori in numeri ragionevoli rispetto al numero degli alunni con disabilità, potenziamento dei servizi di pre e post scuola, concedendo spazi per le associazioni del tempo libero.
C’è poi tutto il tema dell’autonomia scolastica e della relazione con il ministero dell’Istruzione e del merito: “Il comune – dicono i sindacati – decide unilateralmente degli edifici di propria competenza, è vero, ma di solito procede dopo i dimensionamenti del ministero. Quest’operazione così anticipata determina tagli di posti di lavoro e influenza la didattica. Il progetto offerta formativa in alcuni Istituti dovrà essere rivisto a causa delle scelte di razionalizzazione operate dal Comune, con il rischio di ricadute sugli alunni in tema di continuità educativa e formativa.
La soppressione di queste classi porterà con sé la perdita di professionalità, di esperienza lavorativa e di qualità dell'offerta formativa. Circa il personale non docente ipotizzano la riduzione di almeno 18 unità. I lavoratori di ruolo saranno ricollocati in altre sedi scolastiche ma quelli precari potrebbero veder soppresso il loro posto a fronte della riduzione di organico. Tutto ciò a discapito della giovanissima utenza che andrebbe a rimpolpare le cosiddette classi pollaio.
“Avremmo un lungo elenco di domande tecniche da rivolgere a quest’Amministrazione – scrivono – su capienza delle aule, adeguatezza degli spazi, verifica numerica di alunni con disabilità, destinazione degli spazi dismessi ed altro ancora. Per farlo bisognerebbe attivare le necessarie interlocuzioni fra comune e organizzazioni sindacali”.
I sindacati non hanno ricevuto, pur avendolo chiesto, un incontro per ottenere le risposte politiche alle loro domande e non trovano accettabili i toni poco rispettosi e di scherno utili zzati da alcuni esponenti di quest’Amministrazione. “In questa situazione – concludono – sarebbe indispensabile che il Sindaco aprisse un dialogo costruttivo con le forza sociali della città per questo gli chiediamo un incontro sindacale urgente”.