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“Per il 2025 è prevista una riorganizzazione aziendale, con una maggiore flessibilità e un significativo miglioramento dell’efficienza”. È con queste parole che la Nice di Oderzo (Treviso), player mondiale nel campo della domotica e dell’home management, ha annunciato il 17 febbraio un piano di licenziamento collettivo per 24 addetti amministrativi (la richiesta iniziale era di 29 esuberi).
Nice: “L’impatto sarà limitato e gestito”
L’azienda ha 2 mila dipendenti, 15 centri di ricerca e altrettanti stabilimenti produttivi sparsi in cinque continenti. In Italia si trovano il suo headquarter (a Oderzo), con circa 380 dipendenti, e quattro dei siti produttivi più importanti. L’obiettivo del nuovo manager Juan Mogollon, subentrato nel giugno 2024, è “consolidare una struttura organizzativa globale più agile e competitiva”.
La nuova strategia aziendale sta includendo “interventi per ottimizzare le risorse, contenere i costi e migliorare l’offerta, uniformando e standardizzando i prodotti. L’impatto sarà limitato e gestito, con le misure più idonee, nell’ambito di positive relazioni industriali coadiuvate da Confindustria Veneto Est. Questo fa parte di un piano strategico volto a garantire una crescita sostenibile, accompagnata da futuri investimenti per consolidare il posizionamento competitivo in Europa e Nord America”.
La Nice, nel suo comunicato, ribadisce che “l’impegno verso il tessuto locale è dimostrato non solo dalla scelta di mantenere radici in Italia, ma anche dalla crescente partecipazione ad attività e progetti che coinvolgono la comunità e le istituzioni”.
Sindacati: “Esuberi solo su base volontaria”
“L'esame congiunto ha portato anzitutto al ridimensionamento del numero di lavoratori in eccedenza, sceso da 29 a 24 unità”, hanno commentato alla stampa locale il segretario generale Fiom Cgil Treviso Manuel Moretto e il segretario Fim Cisl Belluno-Treviso Massimo Civiero.
“La soluzione – proseguono i due esponenti sindacali – per questi lavoratori, tutti con mansione impiegatizia, è esclusivamente su base volontaria, cui abbinare un incentivo economico corrispondente a un massimo di dieci mensilità, con importi basati sull’anzianità di lavoro, per favorire il ricollocamento degli stessi lavoratori in tempi congrui”.
Moretto e Civiero così concludono: “Questo consentirebbe di chiudere la procedura entro il 31 marzo. Nelle prossime settimane continueremo a monitorare la situazione per assicurarci un’evoluzione positiva della procedura”.