PHOTO
"Il rientro in classe è alle porte e il ministro non ritiene di dover dare informazioni alle organizzazioni che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori della scuola. Ciò è inaccettabile". A dirlo è la Flc Cgil, commentando il primo incontro tra sindacati e ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi (conclusosi nella serata di martedì 4 gennaio) dopo la recente interruzione delle relazioni sindacali, che hanno portato allo sciopero generale della scuola del 10 dicembre scorso.
"Credevamo che al centro della discussione odierna ci sarebbe stato il tema della recrudescenza del virus e della riapertura delle scuole", spiega la Federazione: "Invece, di fronte a una situazione grave che impone misure tempestive e indicazioni chiare, il ministro si è sottratto al dibattito su questi temi e, sollecitato sui contenuti della riunione svoltasi col presidente del Consiglio su rientro in classe e regole per i contagi, ha risposto, con nostro grande stupore, che non è tenuto a riportarne i contenuti".
Una scelta che il sindacato ritiene "molto grave", considerato che "governo e ministero fin a oggi non hanno messo in campo nessuna adeguata strategia per contrastare l'espandersi prevedibile del contagio nelle scuole. Anzi, con l'eliminazione dell'obbligo del distanziamento di almeno un metro e il reiterato rifiuto di stanziare le risorse necessarie per realizzare lo sdoppiamento delle classi, hanno smentito la retorica sulla centralità della scuola per lo sviluppo del Paese, dimostrando di considerare i risparmi sulla scuola più importanti della salute e sicurezza di chi vi opera quotidianamente".
Per la Flc Cgil è necessario "attivare immediatamente un confronto sulla sicurezza e sulla tutela della salute contro il Covid 19 per individuare una seria azione di contrasto alla pandemia, contemperando la tutela della salute con il diritto all'istruzione e valutando, congiuntamente con il ministero della Salute, le misure più idonee sulla base dei dati reali del contagio nelle scuole. Dati che il governo, finora, non ci ha mai fornito".
"L'anno appena conclusosi ha visto un'importante mobilitazione della categoria culminata nello sciopero, che ha portato il Parlamento a intervenire sulla legge di Bilancio 2022", ricorda il sindacato: "Alcune modifiche sono state apportate, come la cancellazione della dedizione come criterio per attribuire le risorse aggiuntive del rinnovo, ma ancora tanto resta da fare e sulla nostra piattaforma rivendicativa abbiamo chiesto risposte, a partire dalle risorse per il contratto".
Per la scuola occorre un "provvedimento ad hoc che recuperi tutto ciò che non è stato fatto e che implementi significativamente gli investimenti di medio e lungo periodo e le risorse per il contratto. Come ripetiamo da tempo, è ora di scelte politiche che affrontino i problemi con soluzioni vere. Occorre prorogare i contratti di supplenza Covid, superando l'assurdo termine del 31 marzo e portandolo al 30 giugno, e intervenire sull'annosa questione del precariato. Se la scuola riapre senza un cambio di rotta si rischia il disastro: occorrono screening e tamponi, come stabilito già nel Protocollo per la Sicurezza. Per noi la mobilitazione continua, è ora che sulla scuola ci sia davvero una svolta".