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La deadline è domenica 31 luglio. Quel giorno scadranno i contratti di 538 navigator, assunti nel 2019 dall’Agenzia nazionale politiche del lavoro (Anpal). Senza un intervento del ministero del Lavoro, che fin da aprile aveva promesso un’azione risolutiva, resteranno disoccupati. Attualmente queste figure professionali sono circa 1.600, mentre sono quasi 1.400 coloro che in questi anni si sono dimessi.
“Restano ancora oscuri i motivi dell'interruzione del dialogo tra ministero del Lavoro e sindacati sulla vertenza”, commentano Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp, rilevando che era stato “concordato di riavviare il confronto a partire dal 22 luglio scorso, dopo l'incontro tenuto il 12 luglio a seguito del presidio davanti alla sede del dicastero”.
Per Nidil, Felsa e Uiltemp Nidil l’atteggiamento del ministero “è ingiustificabile. Da due settimane attendiamo anche un minimo cenno, ma nulla: negli uffici romani di via Veneto sono tutti irreperibili, sia i responsabili politici sia i tecnici sembrano spariti”.
I sindacati chiedono di “riattivare immediatamente il tavolo istituzionale per costruire insieme risposte certe per i navigator, non privando così il mercato del lavoro di professionalità necessarie, soprattutto se pensiamo alla partenza rallentata del programma ‘Garanzia di occupabilità dei lavoratori’ e all'urgenza di traguardare gli obiettivi del Pnrr”.
Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp, dunque, ritengono “indispensabile, nelle more della definizione di un percorso che assicuri continuità occupazionale e d’azione, favorire le condizioni affinché anche questi 538 lavoratori e lavoratrici possano proseguire la loro esperienza con Anpal Servizi al pari dei colleghi delle altre Regioni”.
La richiesta dei sindacati è chiarissima: continuità per tutti. “Non è accettabile che sui navigator si continui ad avere una ‘geografia variabile’ in base alla regione di appartenenza”, concludono i sindacati: “Alcuni lavoratori vengono pagati, altri non si sa lo saranno, alcuni hanno il contratto fino a ottobre, ad altri scade tra pochi giorni. Il coinvolgimento delle Regioni, senza una regia comune, non ha funzionato e ha prodotto troppe disparità e ulteriori incertezza e precarietà”.