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Sottoposti a condizioni di lavoro e di vita degradanti, sottopagati, minacciati, anche di morte: per lo sfruttamento di una sessantina di braccianti agricoli extracomunitari sei persone sono state arrestate dai Carabinieri del Comando per la Tutela del lavoro, mentre a un settimo è stato notificato un obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Ne ha dato notizia ieri, 20 giugno, l’Ansa.
L'operazione anticapolarato ha interessato diverse località delle province di Napoli e di Caserta. Le indagini hanno restituito uno scenario agghiacciante: i braccianti, quasi tutti di origine indiana, nella maggior parte dei casi privi di permesso di soggiorno, pagati meno di 2 euro l'ora, erano costretti a lavorare da un minimo di 11 ore fino ad un massimo di 16; venivano condotti sul luogo di lavoro su mezzi fatiscenti, dove i sedili erano sostituiti da cassette di plastica rovesciate e vivevano in locali fatiscenti, senza servizi igienici. Quando pioveva non potevano interrompere la raccolta e si coprivano con delle buste di plastica. Gli indagati sono tutti accusati del reato di intermediazione illecito e sfruttamento del lavoro in agricoltura, in concorso. Le indagini dei carabinieri, condotte in collaborazione con i vari reparti territoriali, sono state coordinate dalla procura di Napoli nord, diretta da Maria Antonietta Troncone.
I braccianti sfruttati, oltre alla retribuzione del tutto “sproporzionata rispetto alla qualità e quantità del lavoro prestato”, dovevano subire “reiterate violazioni – affermano gli inquirenti – della normativa relativa all'orario di lavoro, ai periodi di riposo, alla salute, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro” ed erano “costretti a sopportare condizioni di lavoro, metodi di sorveglianza e situazioni alloggiative degradanti, venendo minacciati, in alcuni casi anche di morte, e fatti oggetto di soprusi”. I carabinieri hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 200mila euro nei confronti di un'azienda agricola facente capo a due degli indagati. Sequestrati pur i mezzi utilizzati per il trasporto dei braccianti. Le misure cautelari sono state eseguite, in provincia di Caserta, nel Comune di Villa Literno, e in quella di Napoli nei comuni di Casalnuovo di Napoli e Pollena Trocchia. Un provvediemnto è stato poi notificato ad un indagato già rinchiuso nel carcere di Secondigliano.
Cgil Campania: “Disprezzo delle persone e del lavoro sono azioni criminali”
“Auspichiamo che questo importante colpo al malaffare e al sistema criminale del caporalato in Campania non rappresenti solo un'azione mirata e opportuna, ma tracci la strada su cui occorrerà intensificare i controlli. Il disprezzo della dignità delle persone e del lavoro e azioni criminali come lo sfruttamento vanno condannate e preventivamente anticipate. L’agricoltura campana, con migliaia di braccianti e molte imprese d'eccellenza, non possono essere minate dalla criminalità che ha fatto nel settore un pericoloso salto di qualità. Come sindacato continueremo ad essere in prima linea per denunciare e combattere i fenomeni distorsivi nel mondo del lavoro, confidando da parte di tutti, istituzioni e datori di lavoro, il pieno rispetto dei contratti, delle leggi e dei diritti”. Così la Cgil Campania commenta in una nota gli arresti per caporalato.
Cgil e Flai Caserta: “Necessaria la piena applicazione della legge contro il caporalato”
“L'indagine mette in luce quanto come Cgil e Flai denunciamo da tempo: i migranti sono ridotti in schiavitù, sfruttati, sottopagati e minacciati anche di morte, sotto ricatto e costretti a lavorare in condizioni disumane e degradanti”.
“È necessaria la piena applicazione della legge contro il caporalato, a cui si è arrivati soprattutto grazie alle denunce e alle lotte che la Cgil e la Flai hanno messo in campo – dichiara la segretaria generale Cgil Caserta, Sonia Oliviero – soprattutto nelle attività del sindacato di strada, e avere la consapevolezza dell'importanza che rappresentano i lavoratori migranti per l'economia del Paese”.
“Bisogna garantire loro un lavoro dignitoso e sicuro – continua la segretaria –, liberarli dalla morsa di caporali senza scrupoli, che calpestano la dignità, sfruttandoli fino a 16 ore al giorno, senza pause, senza sicurezza, senza le normali condizioni igieniche e sanitarie, senza la retribuzione adeguata, per 2 euro all'ora, in condizioni di fragilità che li rendono fortemente ricattabili e sottoposti al giogo del malaffare e della criminalità, privati di ogni diritto e della dignità”.
“Bisogna superare la Bossi-Fini – dichiara Elena Russo, segretaria confederale Cgil Caserta, con delega all'immigrazione –, una legge sbagliata che lega la regolarità del soggiorno a misure eccessivamente stringenti, rendendo di fatto il lavoro merce di scambio, costringendo le lavoratrici e i lavoratori migranti a dover accettare qualsiasi condizione pur di guadagnarsi il ‘diritto alla regolarità’. Bisogna aprire canali di ingresso legali e sicuri – continua – fuori dalla logica dei decreti flussi che, come si è visto dalle recenti inchieste, sono regali alle mafie e alla criminalità organizzata”.
“È necessario che la politica e le istituzioni si facciano seriamente carico di questa terribile piaga sociale, che fa profitto sullo sfruttamento di migliaia di lavoratrici e lavoratori, i quali, di fatto, garantiscono la filiera agricola in questa provincia e andrebbero tutelati e messi nelle condizioni di lavorare in sicurezza, con diritti e tutele garantiti”, concludono le segretarie.
Il commento della Flai della Campania e di Caserta
“Stiamo ancora piangendo per la tragedia accaduta a Latina a Satnam Singh che ci arriva la notizia di una vasta operazione delle forze dell’ordine, c’è bisogno della collaborazione di tutti gli attori istituzionali comprese le aziende, gli strumenti ci sono e sono nella legge 199/2016, a partire dalla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità”, queste le parole di Igor Prata, segretario generale della Flai Cgil Campania e Napoli.
Da quello che emerge dalle indagini possiamo parlare di riduzione in schiavitù, il segretario generale della Flai Cgil di Caserta Tammaro Della Corte ribadisce: “tanto è stato fatto in questi territori, proprio in questi giorni abbiamo ricordato Jerry Masslo, ma, evidentemente, tanto c’è ancora da fare. Faccio un invito a tutte le lavoratrici e i lavoratori delle nostre terre. La Flai cgil è presente con numerosissime sedi, facciamo il sindacato di strada, incontriamoci, venite da noi se ci sono questi problemi, li affrontiamo insieme garantendo tutte le tutele del caso”.
“Bisogna continuare con i controlli ma bisogna immaginare collocamento, trasporti e alloggi pubblici in agricoltura. Bisogna utilizzare i fondi messi a disposizione dal Pnrr per togliere terreno sotto i piedi dei delinquenti caporali smantellando inaccettabili ghetti”.
Per Satnam Singh e per tutti gli altri, la Flai Cgil sarà in piazza sabato 22 Giugno a Latina per lo sciopero nel settore agricolo.