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Tre persone, tre autotrasportatori, hanno perso la vita ieri mentre erano a lavoro. Si allunga dunque drammaticamente la lista dei morti sul lavoro in Trentino che da inizio anno a oggi sono stati dodici.
Le prime due vittime erano alla guida di due camion che si sono scontrati frontalmente sulla strada regionale 11, al confine tra le province di Verona e di Brescia, per cause in corso di accertamento. I due autisti, entrambi residenti in Trentino, erano Renzo Roberto Leita, 65 anni, di Ischia di Pergine, e Costel Blanaru, 53 anni, di Ala.
La vittima era un uomo di 55 anni, morto sul lavoro nel piazzale di una segheria in località Asolo a Scurelle. La dinamica dell'incidente, avvenuto nella serata di ieri, 27 maggio, è al vaglio degli inquirenti e dei tecnici dell'Uopsal, l'Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell'azienda sanitaria.
Stando a una prima ricostruzione, il lavoratore, Natalino Paradisi, originario di Castel Ivano, è rimasto schiacciato da una delle due sponde del suo camion. L'allarme ai soccorritori è stato dato da alcuni ragazzi che avevano notato il mezzo pesante fermo e subito dopo il corpo dell'uomo.
“Siamo di fronte a una situazione drammatica che richiede azioni immediate – dicono Manuela Faggioni, responsabile per la salute e la sicurezza e Franco Pinna, segretario della Filt Cgil, che esprimono vicinanza alle famiglie delle vittime –. Già oggi chiederemo formalmente la convocazione immediata del tavolo provinciale di coordinamento per la salute e la sicurezza. Non si può più restare fermi, serve cambiare passo con maggiore prevenzione e più controlli. È evidente che le misure messe in atto fino a oggi non sono sufficienti né crediamo che sarà risolutiva la patente a punti così come è prevista. Serve un investimento maggiore in formazione, servono sanzioni più stringenti e soprattutto serve rafforzare il personale dei servizi ispettivi. Non possiamo limitarci a esprimere sconcerto per ogni lavoratore che perde la vita lavorando. Restiamo convinti che la Provincia di Trento possa e debba fare di più per arginare questo fenomeno”.
Faggioni e Pinna chiedono anche un investimento in prevenzione specifico sugli incidenti in itinere, in crescita sia per numero sia per gravità. “Auspichiamo si faccia chiarezza nel più breve tempo possibile sulle cause e le eventuali responsabilità per quanto accaduto”, concludono i due sindacalisti.