PHOTO
Un giovane operaio di 23 anni, Francesco Albanese, è morto sul lavoro alla periferia di Stornara (Foggia). L'uomo era impegnato in lavori per la messa in opera di un impianto di irrigazione in un campo, quando è stato travolto e schiacciato dal materiale accumulato sul bordo dello scavo. Secondo la ricostruzione, il fossato era profondo circa tre metri e avrebbe subìto un improvviso cedimento, travolgendo la vittima.
Sconcerto e indignazione della Cgil Foggia
La Camera del lavoro di Foggia, assieme alle categorie provinciali dei lavoratori dell’edilizia –Fillea – e dell’agricoltura – Flai – esprimono sconcerto e indignazione per l’ennesima vittima sul lavoro in Capitanata, a meno di una settimana dallo sciopero di due ore indetto nei settori delle costruzioni e della metalmeccanica a livello nazionale dopo il tragico crollo nel cantiere di Firenze che ha causato la morte di cinque operai.
“Non si può morire a 23 anni, non si deve morire di lavoro, di lavoro c’è bisogno per vivere”, affermano i segretari generali Gianni Palma (Cgil), Savino Tango (Fillea) e Giovanni Tarantella (Flai). “Alla famiglia del giovane Francesco Albanese, deceduto in agro di Stornara, va il nostro cordoglio. Attendiamo che gli organi preposti accertino le condizioni di lavoro, sicurezza e rispetto delle norme nel cantiere, ma non possiamo assistere inermi a una strage. Serve cultura della responsabilità, serve formazione, serve prevenzione”.
“Nel 2023 sono state 4.308 le denunce di infortunio all’Inail in provincia di Foggia, una media di 12 al giorno. Gli incidenti mortali sono stati 15. Tutto questo avviene mentre il governo predispone misure inadeguate sul versante della sicurezza, con gli organici degli enti ispettivi ridotti all’osso e un numero di aziende controllate annualmente irrisorio.
La Cgil proseguirà la sua azione di mobilitazione e informazione, a partire dal ruolo che svolgono i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza”.