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È stata massiccia la partecipazione allo sciopero per il contratto nazionale delle imprese di pulizia, servizi integrati e multiservizi scaduto da oltre sette anni. La mobilitazione, promossa in tutta Italia con presidi, sit-in e manifestazioni nel rispetto nelle misure anti Covid, ha registrato una media di adesione superiore al 80%, con punte del 100% in alcune realtà industriali e di impresa al netto dei lavoratori precettati, così come nelle scuole e negli uffici pubblici. È quanto si legge in una nota sindacale.
Alta partecipazione anche nelle attività essenziali in sanità e negli ospedali, dove, con grande senso di responsabilità i lavoratori hanno assicurato le prestazioni indispensabili, in ottemperanza alla normativa vigente, pur condividendo le motivazioni dello sciopero. La protesta, indetta dai sindacati di categoria da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, accende i riflettori sulla vertenza che coinvolge complessivamente oltre 600 mila addetti, il 70% donne con salari esigui, orari spesso ridotti, carichi di lavoro pesanti e condizioni di lavoro difficili in molte realtà.
Le tre sigle stigmatizzano l’atteggiamento dilatorio delle associazioni imprenditoriali di settore - Anip Confindustria, Confcooperative Lavoro e servizi, Legacoop Produzione e Servizi, Unionservizi Confapi e Agci Servizi - che mettono in discussione diritti e tutele dei lavoratori del settore e la definizione di un aumento salariale congruo e dignitoso, senza dare ancora riscontro concreto alle sollecitazioni volte a concludere positivamente e in tempi brevi il percorso di rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
Dai presidi le tante lavoratrici e lavoratori in sciopero rivendicano il rinnovo del contratto nazionale, per vedere riconosciuto il valore del loro lavoro. I sindacati chiedono con forza un’assunzione di responsabilità da parte delle imprese in mancanza della quale continueranno le iniziative di mobilitazione e lotta.