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"Quello che sta succedendo è inaccettabile". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sul tema della sicurezza sul lavoro, intervenendo all'iniziativa per i 40 anni della unzione pubblica. "La cosa che colpisce è che le persone muoiono sul lavoro come 30 o 40 anni fa. Il problema della formazione è importante. In ogni luogo di lavoro ci deve essere un rappresentante per la sicurezza e ci vogliono più controlli".
Tema caldo sui giornali, dopo la morte della giovanissima operaia tessile a Prato, che ha riacceso l'attenzione. Quell'attenzione che invece i sindacati tengono sempre altissima. Proprio in queste ore il leader della Cgil, parlando ai microfoni di Uno Mattina, su Rai 1, aveva chiesto alla politica maggiori investimenti e, soprattutto, assunzioni nel campo degli ispettori e della medicina sul lavoro.
"Assurdo - aveva dichiarato, commentando la morte della giovane operaia tessile a Prato - che una persona che fa il suo dovere e semplicemente lavora, debba morire per vivere lavorando". Landini ha denunciato che "non ci sono abbastanza controlli, abbastanza attenzione, non si considera la sicurezza sul lavoro un vincolo, ma un costo". E aveva aggiunto che "è assolutamente necessario fare assunzioni" per la medicina del lavoro. Gli addetti nei servizi ispettivi delle Asl sono calati da 5mila a 2mila. Così anche gli ispettori del lavoro. Per evitare che vi siano altre tragedie, se vogliamo imparare da questo dramma, abbiamo bisogno che si investa", ha continuato Landini. Nella stessa intervista il segretario della Cgil ha rilanciato l'idea di una patente a punti per le aziende, che preveda l'interruzione delle attività in caso di mancanza di sicurezza.