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“La morte di Giuliano è un punto di non ritorno: basta studenti in contesti lavorativi a rischio. Serve ripensare radicalmente il rapporto tra istruzione e lavoro”. Lo affermano, in una dichiarazione congiunta, il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari e il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, dopo che ieri in un’azienda di Noventa di Piave, Giuliano De Seta, studente di un Istituto Tecnico Statale di appena 18 anni, in quell'impresa per maturare crediti formativi, è morto schiacciato da una lastra di metallo di due tonnellate.
“Esprimiamo innanzitutto il cordoglio del sindacato e abbracciamo i suoi familiari ed amici - affermano i due dirigenti sindacali -, sempre più spesso sta succedendo ciò che considereremmo inaccettabile anche se accadesse una volta sola: un ragazzo che frequenta le nostre scuole che perde la vita in un'azienda, impegnato in una delle diverse modalità di apprendimento in contesto lavorativo”.
“Serve ripensare radicalmente - proseguono Ferrari e Sinopoli - il rapporto tra istruzione e lavoro, a partire dallo stabilire immediatamente una regola semplice ma decisiva: nessuno studente deve più frequentare un'azienda – in stage, in Ptco o per qualunque altra ragione – se quel contesto produttivo non è sicuro al cento per cento. Si deve intervenire normativamente per ridurre in modo significativo gli ambiti di applicazione di questi percorsi, escludendo a priori – e in maniera tassativa – qualsiasi forma di apprendimento in tutti i contesti lavorativi a rischio. I criteri per valutarne il grado di pericolosità ci sono e devono rappresentare il discrimine per poter coinvolgere o meno le ragazze e i ragazzi. Dopo una simile tragedia occorre agire immediatamente, le parole e gli impegni generici da parte di chi rappresenta le Istituzioni non servono più a nulla”.
Una volta insediato il nuovo Governo, andrà aperto con urgenza un tavolo di confronto, con il Ministero dell'Istruzione e il Ministero del Lavoro, per definire questo e altri interventi di modifica normativa che non sono più rinviabili. Dall'abolizione dell'obbligatorietà dei Pcto, che spesso induce le scuole a una selezione non approfondita delle realtà aziendali coinvolte nei progetti formativi, alla qualificazione dei tutor, evidentemente inadeguata, sino all’introduzione di standard rigorosi e vincolanti per le imprese coinvolte. Tutto ciò che serve per mettere in sicurezza le ragazze e i ragazzi va fatto, senza indugio. E per questo ci batteremo al fianco degli studenti fino a quando non otterremo il risultato di totale sicurezza per loro e di tranquillità per le loro famiglie".