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L’incontro richiesto da Cgil, Cisl e Uil territoriali con Ats Brianza, in merito alla futura organizzazione dei servizi di protezione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Psal), è avvenuto martedì 16 febbraio, presso la sede di Ats, a Monza. La riunione conferma la scelta di Ats di chiudere i presìdi territoriali in favore di un accentramento: dai tre storici presìdi di Desio, Ornago e Monza, si passerà a un unico presidio nel capoluogo di provincia.
“Rimane tutta la preoccupazione per una scelta che impoverisce il presidio territoriale e non trova le soluzioni necessarie a un effettivo rafforzamento del personale degli Psal - affermano i rappresentanti delle organizzazioni sindacali presenti al tavolo -. Il problema del personale sanitario al servizio dello Psal è destinato a peggiorare nel corso dei prossimi mesi. La cosa che temiamo di più è che l’attuale personale Psal vedrà una riduzione a causa dei pensionamenti e se non ci dotiamo degli strumenti necessari rischiamo il progressivo indebolimento dei servizi di sorveglianza e prevenzione degli infortuni sul lavoro”.
I confederali chiedono il potenziamento del sistema scolastico universitario e delle scuole di specialità: “Dobbiamo tornare a formare i medici e i tecnici necessari al funzionamento di queste strutture che garantiscono la sicurezza nei luoghi di lavoro - rilevano le organizzazioni sindacali -. Abbiamo un modello universitario e delle scuole di specialità che non riesce a rispondere alle necessità delle funzioni pubbliche che sono alla base dei princìpi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana”.
“Ats Brianza ci ha inoltre informato che il personale Psal sarà riassegnato alle proprie attività e non svolgerà più contact tracing – aggiungono ancora i sindacati –. Siamo parzialmente soddisfatti di questo riscontro, riteniamo che il personale degli Psal debba essere dedicato esclusivamente a prevenzione e vigilanza in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Quindi, al più presto tutto il personale deve tornare a svolgere le proprie mansioni. Rivolgiamo un forte appello sia alla Regione Lombardia che al ministero: la politica deve mettere al primo posto la sicurezza nei luoghi di lavoro e, quindi, fare di tutto per rafforzare i presidi territoriali di prevenzione agli infortuni e alle malattie professionali”.