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"Una grande partecipazione a livello nazionale per rivendicare il rispetto della professione, la tutela delle proprie condizioni di lavoro e la difesa della sicurezza stradale". Grande è la soddisfazione di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per lo sciopero di oggi (lunedì 14 gennaio) di 24 ore del settore dell'autotrasporto merci, il secondo stop nazionale indetto dai sindacati "contro le modifiche previste dal Mobility Package al regolamento europeo attualmente in vigore sui tempi di guida e i tempi di riposo dei camionisti, e per chiedere l'adozione del divieto totale di trascorrere il riposo settimanale a bordo del veicolo".
Negli ultimi due anni le tre organizzazioni dei trasporti hanno messo in campo tante iniziative con presidi, manifestazioni e scioperi. "Anche coinvolgendo i parlamentari europei - proseguono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - siamo riusciti a ottenere alcuni miglioramenti rispetto alle proposte iniziali, culminate nel recente nulla di fatto in Commissione Trasporti, che ha respinto alcune modifiche peggiorative. Ora, in attesa dell'esito del prossimo voto al Parlamento europeo, serve tenere alta l'attenzione sulle problematiche del settore e sul pericolo che le condizioni di lavoro degli autisti possano peggiorare".
A motivare la protesta, dunque, è la discussione nel Parlamento europeo delle modifiche (proposte dalla Commissione) al Regolamento 561 del 2006, contenute nel cosiddetto “pacchetto mobilità” varato il 31 maggio scorso, comprendenti misure che, a giudizio dei sindacati, peggioreranno notevolmente il lavoro dei conducenti professionisti di camion e pullman (questi ultimi sciopereranno il 21 gennaio). “La modifica del Regolamento - spiegano in un comunicato - prevede la possibilità di distribuire in modo squilibrato i tempi di guida e riposo, con la concentrazione del riposo lungo nella quarta settimana, determinando perciò un allungamento dei tempi di lavoro nelle prime tre settimane”.
L’estensione dei tempi di guida e dell’impegno settimanale impatterà in modo diretto sulla vita degli autotrasportatori, dando inoltre ai datori di lavoro una maggiore flessibilità nell'organizzare gli orari dei conducenti. Per i sindacati nazionali e per l’European transport workers’ federation (il sindacato europeo dei trasporti, che rappresenta cinque milioni di lavoratori e oltre 200 organizzazioni di 41 paesi), l’eventuale approvazione significa “più fatica, meno concentrazione e più difficoltà di recupero. E significa meno sicurezza per i lavoratori, per i passeggeri e per tutti gli utenti della strada”.
L’iter parlamentare del mobility package adesso passa alla seduta plenaria del Consiglio che dovrebbe riunirsi entro fine gennaio. Inoltre il 22 gennaio la Commissione Trasporti voterà la proposta di modifica del regolamento europeo 1073/09 che riguarda la liberalizzazione del trasporto pubblico locale superiore ai 100 chilometri. "È opportuno - concludono i sindacati - tenere alta l’attenzione affinché il Parlamento europeo non adotti misure che siano contro la sicurezza dei lavoratori e degli utenti della strada”.
(aggiornato alle ore 17.46)