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Grande partecipazione al presidio di oggi delle lavoratrici e dei lavoratori civili del ministero della Difesa. In occasione della protesta è stato ottenuto un incontro col capo di gabinetto, e i suoi collaboratori, del dicastero guidato da Lorenzo Guerini sui temi al centro della mobilitazione. “Esprimiamo un giudizio interlocutorio rispetto al confronto che abbiamo avuto oggi coi vertici del ministero, nella consapevolezza che la fase politica che stiamo attraversando impedisce l’assunzione di impegni istituzionali”. Lo affermano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa al termine della riunione in via XX settembre.
Rimangono attuali le rivendicazioni, aggiungono le sigle, che sono alla base di una mobilitazione che prosegue, e che poniamo anche al centro dell’attenzione politica: “No alla privatizzazione selvaggia del ministero con aumento dei costi per la collettività – dunque -; no a concorsi fantasma o di facciata per poche unità; no alle lentezze di un sistema che tende a conservare privilegi per i militari e a discriminare la componente civile in tutti gli ambiti, compresa la protezione sociale”.
Su questi punti la mobilitazione andrà avanti nei prossimi mesi, fanno sapere Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, “perché con l’impegno sindacale, il sostengo delle lavoratrici e dei lavoratori, e il confronto coi vertici del ministero della Difesa i risultati, come dimostrano quelli recentemente ottenuti, sono raggiungibili e tangibili per i dipendenti del dicastero”.
Tra le rivendicazioni per il ministero della Difesa, che consegnano alle forze politiche già a partire dalla prossima legge di bilancio: “Un piano straordinario di assunzioni di almeno 9.000 unità, per le quali sono già disponibili risorse e norme. Trasparenza sugli organici e nelle relazioni sindacali, ostaggio di poteri che appartengono a un passato anacronistico. La riassegnazione dei 21 milioni di euro da destinare non a una indennità, ma al Fondo risorse decentrate, per garantire le attività di supporto allo strumento militare, da individuare subito nel decreto Aiuti bis in discussione in Parlamento. L’applicazione immediata degli istituti del nuovo contratto delle Funzioni centrali, a partire dal regolamento del lavoro agile, pronto da mesi ma perduto tra i meandri di articolazioni dell’A.D. che ne ritardano colpevolmente la pubblicazione".