“Segnaliamo una situazione di grave iniquità che colpisce le lavoratrici e i lavoratori autonomi impiegati come ‘mimi’ presso il Teatro dell’Opera di Roma”. Inizia così la lettera inviata oggi, 7 dicembre, all’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Massimiliano Smeriglio, firmata dalla segretaria generale dalla Slc Roma e Lazio Barbara Cosimi e dal segretario generale Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola.

Il testo denuncia condizioni economiche e contrattuali giudicate non rispettose del lavoro di questi professionisti, che “lamentano retribuzioni al di sotto del minimo sindacale” e, in alcuni casi, “compensi effettivi di 4-5 euro l’ora per cachet onnicomprensivi tra recite e prove”.

Mancano tutele e garanzie per i lavoratori

I sindacati puntano il dito contro l’assenza di protezioni adeguate per i mimi: “Assenza di tutele in caso di malattia o infortunio, con compensi erogati esclusivamente per le prestazioni effettivamente andate in scena”. La condizione di precarietà strutturale, prosegue la lettera, rende questi lavoratori “vulnerabili e spesso ricattabili, nonostante la loro esperienza e formazione”.

Le richieste dei sindacati

Il documento avanza alcune proposte concrete per affrontare il problema: Innanzitutto “garanzia di compensi equi e adeguati alle competenze richieste”, poi “l’introduzione di tutele contrattuali che proteggano i lavoratori anche in caso di malattia o infortunio”. Ma anche “l’apertura di un dialogo con la direzione del Teatro per stabilire un protocollo chiaro e rispettoso delle normative vigenti”. 

"Una capitale della cultura, non può permetterselo"

I firmatari della lettera sottolineano che Roma, come capitale della cultura, non può ignorare queste problematiche: “Roma, capitale della cultura, non può permettere che chi contribuisce a renderla tale sia lasciato in condizioni di sfruttamento e iniquità”. Infine, Slc e Cgil Roma e Lazio invitano le istituzioni a un confronto urgente, dichiarandosi disponibili per fornire ulteriori approfondimenti e per concordare i dettagli di un incontro. “Confidiamo nella Vostra sensibilità verso il tema e nella Vostra disponibilità a dare voce a questi lavoratori, professionisti del settore”, si legge.