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Può la formazione assolvere una funzione strategica e contribuire positivamente allo sviluppo di policy utili all’aumento delle adesioni alle organizzazioni sindacali, anche in un’ottica inclusiva - e che perciò non guardi solo a chi è maschio, bianco, di origine europea e con un contratto standard come la priorità - al fine di favorire la retention e cioè la permanenza dell’iscritto/a all’organizzazione?
Certo che sì, purché vi sia una disposizione a mettersi in gioco e a riconoscere che in contesti come quelli in cui sono le relazioni umane a farla da padrone, il tempo è una risorsa importantissima, da dosare con cura, e, se necessario, in controtendenza. E cioè, non nell’ottica del “tutto e subito”, ma in chiave prospettica e previsionale, abbracciando l’incognito (sarebbe meglio dire le incognite del futuro), tracciandone le traiettorie e ricostruendone così le dimensioni e da lì gettare le coordinate per azioni future ponderate, in grado di determinare i tempi o, almeno, di agganciarli nel loro definirsi.
Un lavoro non semplice, un salto logico e teoretico importante, eppure necessario. Lo sanno bene i partecipanti del percorso formativo realizzato da Etui in partnership con Cgil, Cisl, e il sindacato polacco Opzz sul tema Inclusive membership for stronger trade unions (letteralmente, “Un’adesione inclusiva per organizzazioni sindacali più forti”) che si è tenuto a Bruxelles tra il 13 e il 16 febbraio scorsi.
Attraverso il ricorso alla metodologia dell’active learning, ai lavori di gruppo, all’analisi di scenario e ai contributi degli esperti Salvo Leonardi di Fondazione di Vittorio (con un interessante contributo sui modelli di relazioni industriali) e Alberto Gherardini dell’Università di Torino (con una rassegna di alcune esperienze europee di servizi erogati dalle organizzazioni sindacali finalizzati all’aumento delle adesioni), i “trainees” - insieme ai riferimenti di Cgil, Cisl e Opzz, i membri del sindacato polacco Solidarnosc, della federazione nazionale dei poliziotti della Romania, dell’Fnv (Paesi Bassi), dell’Oaj (Finlandia), delle Cccoo Catalunya e altri - hanno lavorato insieme ad una mappatura delle nuove sfide a cui sono già sottoposte le organizzazioni sindacali europee e che ne caratterizzeranno il futuro in temini di numero di adesioni, di mantenimento degli iscritti, di rinnovamento; quindi hanno condiviso pratiche ed esperienze realizzate ciascuno dalla propria struttura, nei singoli paesi e infine, hanno individuato insieme nuove strategie per coinvolgere gli iscritti e renderli attivi e partecipi alle iniziative sindacali.
“Servicing”, “Organizing” e “Digital” i punti cardinali della tre giorni di attività formativa, in uno scambio di prassi ed esperienze riguardo ai temi della tutela individuale e collettiva e delle sfide del digitale che ha visto modelli e approcci talvolta anche molto distanti incontrarsi e arricchirsi, individuando nuove prospettive di azione. Le lingue di lavoro, necessarie a coordinare le attività, sono state inglese, italiano e polacco. In aula, Valerica Dumitrescu (Etui) che ha progettato il percorso insieme alla nostra Monica Ceremigna (Dipartimento politiche europee e internazionali), Francesco Lauria (Cisl) e Dariusz Goc (Opzz).
L’esperienza di Cgil Lombardia e Ccoo Catalunya
Uno spazio è stato dedicato all’esperienza che ha visto insieme Cgil Lombardia e Ccoo Catalunya, con un focus sul progetto sul ricorso al digitale, che vede le due organizzazioni sindacali prima scoprire di aver fatto ricorso a soluzioni simili e quindi lavorare insieme. Il progetto è stato presentato per la Cgil Lombardia da Giuseppe Filippini (a Bruxelles insieme a Simone Pulici e Laura Messina) e Michela Albarello per Ccoo Catalunya.
Il gruppo, con spirito di condivisione e collaborazione, ha portato nei lavori delle giornate di formazione il proprio bagaglio e mentre lo apriva agli altri lo ha riempito ancora di spunti e prospettive nuove. Porta a casa tante idee, energia, voglia di fare e sperimentare insieme.
Nella seconda giornata di formazione, abbiamo scelto di presentare, insieme a Michela Albarello, le nostre app: Digita Cgil e Ccoo App. Venivamo da un incontro a Barcellona proprio su questi temi e strumenti, e abbiamo voluto condividere sia il metodo sia il risultato del nostro confronto.
Ci siamo concentrati sull’utilizzo che facciamo dei nostri canali di comunicazione, e sugli sviluppi che vogliamo dare in particolare alle app, nell’ottica di costruire e mantenere il rapporto tra iscritti, delegati, funzionari ed ogni figura che prende parte alla nostra organizzazione. Sentiamo l’esigenza di curare il senso di comunità, e questo per noi rappresenta un canale per nutrirlo.
Dal riscontro avuto con gli altri partecipanti alle giornate a Bruxelles, è emerso quanto la nostra attività sindacale sia forte in ambiti quali la tutela individuale e i servizi, che in altre realtà sono un aspetto marginale, o inesistente, dell’agire sindacale. Ma la sfida che ci troviamo ad affrontare è quella di ricordarci e ricordare sempre la dimensione collettiva, di ascoltare i bisogni delle persone che rappresentiamo e creare spazi di organizzazione e azione, che ci facciano camminare insieme verso i valori che vogliamo difendere e portare avanti.
È stato molto utile il confronto in tal senso. Ognuno con i suoi punti di forza e debolezza ha messo sul tavolo delle nuove frontiere da provare a scavalcare e delle strategie, alcune vecchie da recuperare e altre nuove da provare, da mettere in campo.
Sarà interessante, e importante, provare a tessere delle reti europee di azione sindacale a partire anche dal prezioso lavoro della Ces. Ci sembra che uno spunto attuale e urgente in tal senso sia rappresentato dalla prossima divulgazione del Manifesto per le elezioni europee, che ci è stato presentato durante l’ultima sessione di formazione.
Ci prepariamo quindi a una campagna di sensibilizzazione cruciale, e dopo questi giorni ci sentiamo anche più sostenuti e aperti alle opportunità di collaborazione. Nella consapevolezza che lavorare insieme sia necessario per affermare la nostra posizione in uno scenario composto da attori internazionali e questioni da affrontare a livello non solo europeo, ma globale.
Michela Aprea, Cgil Campania
Laura Messina, Cgil Lombardia