La chiusura dei due grandi negozi di Rimini e Pozzuoli (Napoli) è confermata. A rischiare il posto di lavoro sono complessivamente circa 90 lavoratori. Questo l’esito dell’incontro, tenutosi il 29 gennaio scorso presso il ministero delle Imprese, riguardante il piano di chiusura annunciato nell’autunno 2024 da Metro Italia per i due punti vendita.

I sindacati evidenziano che l’azienda ha “fornito risposte vaghe” alle osservazioni presentate da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil il 5 dicembre scorso. La società ha anche ribadito di non avere alcun coinvolgimento nella proprietà degli immobili, specificando che questi sono in locazione presso società o fondi esterni.

Metro Italia, catena specializzata in prodotti alimentari e attrezzature per la ristorazione per locali e hotel, si è detta disponibile a trasferire una parte dei lavoratori all’interno della rete vendita, annunciando anche di aver incrementato il sussidio economico per il trasferimento, portandolo a 15 mila euro in due anni, più 1.000 euro per ogni figlio fiscalmente a carico.

Per quanto riguarda il punto vendita di Pozzuoli, la cui chiusura è prevista per il 30 aprile prossimo, Metro Italia ha comunicato di essere stata recentemente contattata da una società operante nel settore nautico che ha manifestato interesse nel garantire una continuità occupazionale ai lavoratori del sito.

I sindacati non hanno certo nascosto le proprie preoccupazioni per il futuro di Metro Italia, ritenendo “inadeguato il piano presentato dall’azienda” e chiedendo di “individuare soluzioni concrete per salvaguardare i posti di lavoro sia a Rimini sia a Pozzuoli”.

In vista del prossimo incontro, messo in calendario per lunedì 17 febbraio (sempre in sede ministeriale), i sindacati hanno chiesto di sapere, anzitutto, sia quale sarà la destinazione futura dei terreni sia a chi appartengono attualmente i due punti vendita.

Le tre sigle vogliono anche sapere nel dettaglio il piano industriale triennale, l’andamento dell’azienda per ogni punto vendita (comprensivo, ad esempio, di fatturato e costo del lavoro), l’impatto del contratto di espansione, l’allocazione del reparto delle vendite online e gli eventuali contatti per la cessione dei punti vendita.